AGI - Diocesi italiane sotto attacco informatico. Gli hacker hanno in questi giorni preso di mira alcuni siti cattolici e - da quanto apprende l'AGI - anche la Cei, la Conferenza episcopale italiana.
Nei giorni scorsi Paolo Attivissimo, giornalista ed esperto informatico, aveva riferito di un "attacco ransomware" in cui erano state criptate "circa 800 macchine virtuali dell’Icsc (Istituto Centrale Sostentamento Clero) gestite da Ids&Unitelm, che fornisce numerosi servizi diocesani".
Colpito in pratica il Datacenter di Roma gestito da Ids&Unitelm (che si occupa dell'hosting) e dalla Cei. In molte diocesi, per esempio Torino, Genova, Milano, il sito è offline e in questi giorni si sta cercando di tornare alla normalità. Non ci sarebbero state però fughe di dati.
Il direttore dell'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, Vincenzo Corrado, conferma all'AGI l'attacco informatico "al Datacenter di Roma dove risiedono molti servizi Internet e applicativi collegati alle diocesi italiane e non solo.
A seguito di questo attacco - ha sottolineato - i tecnici che curano il Datacenter hanno dovuto, in via cautelativa, mettere offline tutti i servizi in esso attivi. Li hanno fatti poi ripartire via via, già nei giorni successivi, pur se con molta cautela e solo dopo tutte le opportune attività di attenta verifica e di messa in sicurezza".
Corrado aggiunge che "in queste ore si stanno ripristinando i servizi non ancora riattivati e nei prossimi giorni contiamo che tutto rientri nella normalità. Dalle attente verifiche condotte, peraltro, non risulta siano stati sottratti dati". Inoltre "non ci sono problemi per gli stipendi dei sacerdoti".
Per l'attacco alla Cei, era circolata l'ipotesi della richiesta di un riscatto. Alla Conferenza episcopale italiana, secondo alcune voci, era stato chiesto un milione di euro. Notizia però non confermata. Da fonti Cei non risulta sia arrivata alcuna richiesta di riscatto.