AGI - Le fibrillazioni nel centrodestra tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sul dialogo tra i forzisti e la maggioranza di governo frenano anche la scelta dei candidati della coalizione alle prossime comunali, Roma in testa. L'atteso vertice previsto nei giorni scorsi tra i leader di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia non si è tenuto, nel disagio dei referenti romani che premono per individuare a breve un candidato sindaco. Il timore è quello di lasciare terreno ai nomi già in pista ma soprattutto a quelli che ancora verranno.
Giorgia Meloni, che in questi giorni indossa i panni della mediatrice, starebbe lavorando per individuare un candidato entro Natale. "Per noi è una scadenza non rinviabile oltre - assicura una fonte - non staremo ad aspettare il candidato del Pd, dobbiamo partire con la nostra campagna e parlare dei problemi della città". L'obiettivo è non perdere quel vantaggio che il centrodestra al momento sente di avere in città. L'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, in linea di massima, resta un profilo condiviso da tutti gli alleati. Negli ultimi giorni Salvini lo ha sponsorizzato a più riprese e Berlusconi non ha mai nascosto la stima nei suoi confronti, ma FdI pur apprezzandolo vorrebbe valutare anche altri profili. In fondo già nel 2016 la sua corsa era stata stoppata proprio dalle divergenze nella coalizione.
C'è chi parla di un nome di peso ancora nascosto che potrebbe essere svelato solo all'ultimo momento. Visti i malumori degli ultimi giorni però appare più difficile che la convergenza si trovi su un profilo politico, come la consigliera regionale Chiara Colosimo o il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, di cui si è parlato. Nel frattempo Virginia Raggi e Carlo Calenda, tra battibecchi social e rare uscite sui territori per via dell'emergenza Covid, continuano la loro campagna elettorale sottotraccia. Quasi in perfetta solitudine. Nel M5s la ricandidatura della sindaca non sembra aver convinto tutti ma per ora nessuno è ancora uscito allo scoperto con un veto o la proposta di un altro nome. Per tirare le somme qualche esponente dell'ala più governista del Movimento attenderebbe l'esito del processo di appello a carico della prima cittadina, assolta in primo grado dall'accusa di falso per la nomina di Renato Marra perché il fatto non costituisce reato. Non è un mistero che parte del Pd e dei 5 Stelle pensino ancora ad un candidato comune per rafforzare l'alleanza di governo.
Proprio questa incertezza trova i Dem tiepidi rispetto alla corsa di Calenda. L'ex ministro, in campagna elettorale già da un mese, non passa giorno senza domandare chiarezza al Pd su una eventuale alleanza con i pentastellati in Campidoglio. Con il rischio di logorarsi parlando più alle forze politiche che non alla città. Alle elezioni, salvo rinvii causa pandemia, mancano 6 mesi ma il quadro reale delle candidature potrebbe arrivare solamente all'inizio del 2021.