AGI - Dopo le decine di migliaia della prima fase, sono circa 3mila (tra richieste di intervento e di informazioni) i casi trattati dal servizio “Leidaa per emergenza Covid-19” nei primi quindici giorni di ripresa a pieno ritmo dell’attività, di cui 400 risolti con la presa in carico dell’animale perché i proprietari sono in isolamento o, purtroppo, hanno perduto la vita a causa della malattia.
Il 50 per cento delle chiamate relative all’emergenza Covid proviene dalla Lombardia, dove la “seconda ondata” colpisce più duramente, il 20 per cento dal Lazio, il 10 per cento da Friuli-Venezia Giulia, il 10 dall’Emilia-Romagna, il resto da altre Regioni. “Non abbandonate gli animali – chiede l’ex ministro Michela Brambilla, presidente Leidaa – non sono contagiosi, non possono infettarvi. Se siete in quarantena o in ospedale e non potete più occuparvene, chiamateci”.
Infatti, ricorda Brambilla, “chi è stato colpito dal Covid-19, direttamente o indirettamente perché si sono ammalati i suoi cari ha spesso serie difficoltà a gestire gli animali da compagnia. Basti pensare alla situazione dei positivi in quarantena, a volte interi nuclei familiari, che non sanno a chi affidare il proprio cane per farlo uscire per le quotidiane passeggiate o per portarlo dal veterinario. Il problema si aggrava se le persone vengono ricoverate e gli animali restano improvvisamente soli, e diventa drammatico quando i pazienti perdono la battaglia col Covid”.