AGI - Le regioni alpine chiedono di poter riaprire, in sicurezza, gli impianti di sci per salvare la stagione turistica. L'ipotesi, ha detto il presidente dell'Alto Adige, Arno Kompatscher, è di un'apertura iniziale solo per residenti, quindi che non necessitano di pernottamenti, e poi anche a eventuali turisti in arrivo da altre regioni.
Per il momento, le uniche date certe di apertura degli impianti sciistici sono quelle che interessano le gare di Coppa del mondo di sci alpino, previste a dicembre in Alto Adige e Trentino. Si tratta di aperture ad uso esclusivo agli atleti e relativi staff tecnici delle squadre nazionali che parteciperanno alle due gare veloci in Val Gardena, il 18 e 19, alle due tecniche in Alta Badia il 20 e 21, e allo slalom speciale di Madonna di Campiglio il 22.
I vicepresidenti e gli assessori delle regioni che affacciano sulle montagne hanno approvato in sede di Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome le linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali.
Il documento, afferma una nota, individua tutte le misure di prevenzione del contagio da Covid da predisporre per l'utilizzo in sicurezza degli impianti durante la stagione invernale.
Alla riunione erano presenti Martina Cambiaghi (assessore allo Sport e Giovani della Lombardia), Daniel Alfreider (vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano), Luigi Giovanni Bertschy (vicepresidente della Val d'Aosta), Sergio Bini (assessore al Turismo del Friuli Venezia Giulia), Federico Caner (assessore al Turismo del Veneto), Roberto Failoni (assessore al Turismo della Provincia Autonoma di Trento) e Fabrizio Ricca (assessore allo Sport del Piemonte).
“Pur con la piena consapevolezza delle difficoltà e delle incertezze dettate da questo difficile momento – scrivono - tutto il sistema turistico sta lavorando alacremente per un avvio in sicurezza della stagione invernale con il coordinamento degli Assessori agli impianti a fune di Val d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia”.
"Alla luce, tuttavia, delle notizie riguardanti le misure che il Governo intende adottare nel prossimo Dpcm, secondo le quali si esclude la possibilità di aprire gli impianti a fune per le festività natalizie, gli assessori delle regioni alpine chiedono al Governo di rivedere questa scelta che metterebbe in crisi un intero sistema, che porta un notevole indotto economico, lavorativo e sociale per l'intero Paese”.
"Siamo tutti ben coscienti delle difficoltà del momento - evidenziano - ma vogliamo e dobbiamo guardare al futuro con atteggiamento positivo, consapevoli soprattutto dell'importanza che l'industria dello sci ricopre per l'economia italiana. Grazie all'approvazione delle linee guida per gli impianti sciistici potremo garantire un avvio in sicurezza della stagione invernale".
Cauto il governatore piemontese Alberto Cirio: "Il turismo invernale della montagna è sicuramente un pezzo fondamentale della nostra economia. Però prima viene la salute", sottolinea. "Io credo - aggiunge però - che si tratti come sempre di ricercare il buon senso, cioè di verificare se esiste la possibilità di permettere alle attività sciistiche di funzionare nel rispetto prioritario delle condizioni della salute".
Per il presidente del Piemonte occorre "lavorare con grande attenzione e prudenza, trovando punti di equilibrio".
Zaia chiede un coordinamento europeo
"Nel rinnovo del dpcm del 3 dicembre sembra si vogliano bloccare le piste da sci. Ma noi comunque le linee guida per gli impianti sciistici le abbiamo fatte nel rispetto della salute pubblica e di una economia che senza lo sci sarebbe messa a dura prova", fa eco il governatore veneto Luca Zaia. "Noi vorremmo che ci fosse un coordinamento europeo, perché chiudere Arabba o Cortina e pensare che nell'altro versante delle montagna si scia tranquillamente sarebbe difficilmente giustificabile. Di sicuro una stagione senza sci per la nostra montagna sarebbe un suicidio".
"L'obiettivo deve essere quello di arrivare ad una riapertura in sicurezza degli impianti di sci", insiste il presidente della regione Valle d'Aosta Erik Lavevaz, che spiega: "oggi all’interno della Conferenza delle Regioni è stata ribadita, e non soltanto dalle Regioni di montagna, l’importanza del settore degli impianti a fune e di tutto mondo economico della neve. Dobbiamo arrivare ad una sintesi con il Governo per garantire la sicurezza di sciatori e operatori e per determinare quali possano essere le migliori modalità e tempistiche per l’avvio della stagione".
L'Unione dei comuni montani chiede: "non perdiamo la stagione 2021". "La stagione invernale deve iniziare. - affermano il presidente nazionale Uncem Marco Bussone e il presidente Lombardia Tiziano Maffezzini - Le regioni, con gli impiantisti e le loro organizzazioni, con gli enti locali stanno facendo il massimo per definire regole chiare per la riapertura".
Favorevoli ovviamente i maestri di sci: Il presidente del Collegio nazionale dei Maestri di sci Giuseppe Cuc auspica "una linea condivisa e una decisione diversa da parte del Governo". "Sarebbe un danno enorme, irreparabile,se il Governo confermasse le notizie circolate in queste ore, sulla possibilità di non aprire gli impianti per le festività natalizie. Un periodo che ha un peso importante nel bilancio delle scuole di sci e dei maestri di sci".
In Italia sono 15.000 i maestri di sci alpino, fondo e snowboard e 380 le scuole di sci che operano sull’intero territorio. "Molte famiglie - si sottolinea - vivono solo ed esclusivamente con il reddito percepito nei cinque-sei mesi invernali di attività. Una falsa partenza come quella annunciata, sarebbe drammatica per la categoria e per l’intero settore della montagna".
Toti: a rischio 120mila posti di lavoro
Favorevole anche il governatore della Liguria Giovanni Toti: "Le feste natalizie non vanno demonizzate, vanno gestite con prudenza e attenzione per essere vissute come un'opportunità di ripartenza dopo mesi di sacrifici e dolore".
"Non farlo significherebbe condannare a morte certa interi settori. Come quello della neve, di cui si parla oggi. La chiusura degli impianti sciistici metterebbe a rischio 120 mila posti di lavoro".
"Per questo settore, che comprende albergatori, ristoratori e commercianti, saltare le vacanze di Natale significa perdere tutto", argomenta Toti. "Le Regioni sono pronte invece con linee guida per dare una chance di ripartenza in sicurezza".
In pista anche la vice campionessa del mondo Lara Magoni: “Tenere chiusi gli impianti sciistici potrebbe rappresentare la pietra tombale per l’economia di interi territori di una vasta area italiana".
“Il Governo, tra l’altro, non sta tenendo conto della programmazione degli altri Paesi confinanti dell’arco alpino: a Natale magari si potrà sciare in Svizzera e in Austria, mentre pochi chilometri di qua del confine, in Italia, tutto potrebbe essere mestamente chiuso ”.
A non chiudere le porte è il capogruppo dem Andrea Marcucci: "Le piste da sci? Con dei regolamenti molto rigidi penso si possano tenere aperte, lavorerò perché si possano tenere aperti con gli standard di garanzie adeguate".
Per il ministro Boccia ora non si sono le condizioni
Più duro il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia: “le Regioni hanno consegnato delle linee guida che saranno discusse quando ci saranno le condizioni per aprire. Oggi le condizioni non ci sono, non c'è stata questa discussione. Quel comparto è in attesa, ma come tutti gli altri comparti deve avere la pazienza di anteporre l'emergenza sanitaria davanti a tutto. Valuteremo nel prossimo dpcm se ci sono condizioni per fare cosa e quando”.