AGI - In questi giorni di seconda ondata della pandemia aumentano le situazioni di disagio psichico sia negli adolescenti che negli adulti che sembrano, dopo aver superato la prima ondata, aver perso del tutto la rotta da seguire. Tra le conseguenze ci sono crisi di pianto ma anche reazioni emotive verso le persone con le quali si convive.
“Quello che sto notando da un punto di vista clinico è che ci si sente molto spaesati, in certi momenti e in certe situazioni. Me lo dicono i pazienti, ma anche tanti che mi contattano attraverso i social network”. È quanto racconta all’AGI la psicoterapeuta Maura Manca, presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza Onlus.
“La sensazione è quella di aver perso la rotta e della paura del futuro – sottolinea - noto reazioni di questo tipo sia negli adulti che negli adolescenti che si domandano: che sarà? che succederà? Nella prima fase la reazione era più legata all’angoscia e al sentimento di paura eccessiva che aveva invaso le menti delle persone per il contagio. Adesso c’è un mix di emozioni che crea un sovraccarico emotivo”.
I disturbi più diffusi in questo periodo sono quelli dell’ansia ma anche disturbi psicosomatici come la difficoltà a dormire o la difficoltà a concentrarsi. “Uno stress che comporta il non riuscire a concentrarsi e mantenere la concentrazione – ha spiegato Maura Manca - c’è un calo delle attività sia nella scuola che nel lavoro. C’è, inoltre, una difficoltà nell’addormentarsi e nel mantenere una buona qualità del sonno. Ciò comporta che non si stacca la spina e si affrontano male i cambiamenti rilasciando l’ormone dello stress, il cortisolo, che alimenta questo stato di problemi psicofisici”.
“Per i ragazzi la didattica a distanza, così come lo smart working per gli adulti – ha sottolineato la psicoterapeuta - richiede funzioni cognitive diverse rispetto a quelle che normalmente si affrontano. Occorre doversi riadattare con strumenti tecnologici e questo porta a una condizione di stress negativo che provoca una stanchezza emotiva”.
“Molti reagiscono con crisi di pianto e umore depresso – ha aggiunto - tutte conseguenze delle difficoltà di adattamento alla condizione presente e futura.
Ma poi ci sono anche reazioni emotive estreme: ‘scattare come molle’ nei confronti delle persone con le quali si convive, e questo riguarda sia i ragazzi che i genitori. Alcuni genitori mi hanno riferito di avere delle reazioni nei confronti dei figli che non riescono a controllare”.
Per superare questo periodo per la psicoterapeuta è fondamentale “evitare di mettersi in standby e chiudersi nella propria camera”. “Cerchiamo di darci dei piccoli compiti nel corso della giornata, creiamo una nuova routine – ha detto Maura Manca - non facciamoci schiacciare dal tempo-non tempo, non pensiamo che non bisogna far nulla perché è una fase di attesa ma occorre darsi degli orari precisi, evitare di vivere in una sola stanza.
Bisogna creare qualcosa che contrasti ciò che è negativo, vivere il presente e attivarsi, sfruttando magari questo periodo per creare un’opportunità, dove possibile. Ma non mettersi nella condizione dell’attesa”.
Infine per la psicopterapeuta Manca è essenziale “non farsi bombardare dal flusso continuo di notizie sulla pandemia”. “Non possiamo controllare noi il numero dei dati del Governo sulla pandemia, ma possiamo gestire il nostro spazio di movimento – ha concluso - non lasciamoci mettere in crisi dalle notizie e numeri negativi, chi può eviti il sovraccarico perché questo alimenta l’ansia e la tensione”.