AGI - I risultati dello studio Espad 2019 mostrano che il gioco d'azzardo è diventato un'attività diffusa tra gli studenti in Europa, con il 22% degli intervistati che ha dichiarato di aver giocato d'azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi (prevalentemente a lotterie e gratta e vinci). Espad stima inoltre che il 7,9% degli studenti abbia giocato d'azzardo online nel periodo di riferimento.
Il test di screening utilizzato per rilevare il gioco d'azzardo problematico ha rivelato che, in media, il 5% degli studenti che ha giocato d'azzardo negli ultimi 12 mesi rientra in questa categoria. Il dato italiano è nettamente superiore alla media europea, con il 32% degli studenti che riferisce di aver giocato d'azzardo almeno una volta nel corso dell'anno. Di questi, il 3.9% risulta avere un profilo di gioco a rischio, percentuale in questo caso più bassa del dato europeo.
Nel nostro Paese, gli studenti che giocano sembrano preferire le scommesse sportive. Negli ultimi due decenni, a causa soprattutto della crescente popolarità di smartphone e tablet, i videogiochi sono diventati sempre più diffusi e gli utenti giocano sempre più spesso su questi dispositivi.
Circa il 60% degli intervistati ha riferito di aver giocato ai videogiochi in un giorno di scuola nell'ultimo mese (il 69% in una giornata non scolastica). Nella maggior parte dei Paesi, i ragazzi passano il doppio del tempo a giocare rispetto alle ragazze. Circa il 94% dei rispondenti ha riferito l'uso di social media nel corso dell'ultima settimana.
In media, gli utenti hanno trascorso 2-3 ore sui social media in un giorno di scuola, tempo che sale a 6 o più ore nelle giornate non scolastiche. Nella maggior parte dei Paesi, le ragazze hanno riferito di utilizzare i social media nei giorni non scolastici più frequentemente rispetto ai ragazzi.
"Con la raccolta dati 2019 - conclude Sabrina Molinaro, coordinatrice europea dello studio e ricercatrice del Cnr-Ifc - Espad è arrivato a raccogliere informazioni comparabili provenienti da oltre 30 Paesi europei che coprono un arco temporale di 24 anni: il progetto è quindi in una posizione unica per continuare a offrire un valido contributo allo sviluppo di politiche e interventi credibili ed efficaci a tutela della salute dei giovani e, più in generale, del benessere di tutta la società".