AGI - È bufera sull'ormai ex commissario ad acta della sanità calabrese, Saverio Cotticelli, finito nell'occhio del ciclone e dimessosi all'indomani della trasmissione "Titolo V", andata in onda ieri sera su Rai 3. In un'intervista piuttosto imbarazzata, infatti, Cotticelli ha di fatto ammesso di non sapere che tra le sue competenze era ricompreso anche il piano anti Covid per la Calabria. Ha poi cercato di assicurare "la settimana prossima è pronto", ma si è mostrato impreparato anche sul numero delle terapie intensive in Calabria, ricevendo il rimprovero "fuori campo" del suo sub commissario, Maria Crocco.
Conte era pronto a rimuoverlo
Contro Cotticelli in queste ore si sono espressi tutti gli schieramenti politici, e lo stesso premier Giuseppe Conte ne aveva preannunciato la rimozione in giornata. Il presidente del Consiglio ha detto di voler firmare il decreto già nelle prossime ore: i calabresi meritano subito un nuovo commissario pienamente capace di affrontare la complessa e impegnativa sfida della sanità.
Cotticelli, campano di origine, generale dei carabinieri in pensione con una lunga e notevole carriera nell'Arma, avendo guidato, tra l'altro, il Nas, la Legione Piemonte, la Legione Lazio e il sindacato Cocer, è arrivato in Calabria agli inizi di gennaio 2019, dopo la sua nomina da parte del governo Conte a guida M5s-Lega avvenuta il 7 dicembre 2018 ad opera dell’allora ministro dell’Economia Tria, di concerto con la ministra della Salute Grillo e sentita la ministra degli Affari Regionali Stefani, ed era stata confermata il 19 luglio 2019.
Oltre 20 i compiti che gli erano stati assegnati dal governo nazionale per risanare la sanità calabrese, in Piano di rientro dal 2009 e commissariata dal 2010, sotto il profilo contabile e della erogazione dei Lea: «Legalità, legalità, legalità», è stato il tema di fondo dei suoi interventi pubblici, e non a caso il primo incontro istituzionale che Cotticelli ha avuto al suo arrivo in Calabria è stato con il procuratore capo dell'Antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri.
In quasi due anni di gestione della sanità calabrese, Cotticelli, affiancato da un sub commissario - inizialmente Thomas Schael e successivamente Maria Crocco, ha avuto rapporti complicati, sul piano istituzionale, con i due presidenti di Regione con cui ha coabitato, Mario Oliverio e Jole Santelli, e rapporti spesso conflittuali con ampi settori della sanità, soprattutto il privato, e con i sindacati, che negli ultimi tempi avevano più volte sollecitato la sua rimozione al ministro Speranza.
Da mesi sulla graticola
Nell’ultimo periodo in effetti Cotticelli era finito letteralmente sulla “graticola”, bersaglio di numerose e aspre critiche, tra cui quella di non aver saputo adempiere al primo dei suoi mandati, la riduzione dello storico disavanzo della sanità calabrese: per questo il commissario ad acta era stato aspramente criticato nell'ultimo Tavolo di monitoraggio interministeriale, tenuto lo scorso 9 ottobre, all'esito del quale sarebbe emerso un persistente "buco" nei conti della sanità calabrese superiore ai 200 milioni (senza le coperture della tassazione).
All'indomani di questa riunione, Cotticelli aveva anche annunciato la sua intenzione di presentare le dimissioni, riservandosi però di ufficializzare solo dopo aver avuto con confronto con il ministro Speranza. Nei giorni scorsi il governo ha approvato il “Decreto Calabria” che proroga il commissariamento della sanità calabrese, e Cotticelli è rimasto alla guida del settore in attesa della nuova nomina: ora questo clamoroso "scivolone", che è costato a Cotticelli il posto di commissario, con le dimissioni nelle mani dei ministri Speranza e Gualtieri.
Dopo la trasmissione di ieri sera è stata immediata la 'rivolta' del mondo politico, sindacale e delle associazioni. Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha anche annunciato che sta valutando la possibilità di intraprendere azioni legali "con le amministrazioni comunali e provinciali che rappresento, se dalle parole di Cotticelli dovessero ravvisarsi profili di reato".
Tutti i sindaci della Città metropolitana di Reggio Calabria (in tutto 97) hanno preparato un documento per chiedere "finalmente di voltare pagina nella sanità calabrese". E intanto monta la rabbia dei cittadini che, in tv, hanno scoperto - affermano gli esponenti di numerose associazioni - che "il commissario alla sanità calabrese non ha mai lavorato su un piano anti Covid e che addirittura non ha un quadro chiaro sui numeri dei ricoveri in reparto e, soprattutto, in terapia intensiva. Una vergogna".