AGI - Ritardare il trattamento del cancro di appena un mese può mettere i pazienti a un rischio nettamente maggiore di morire, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista medica BMJ che lancia l'allarme sull'impatto della pandemia di coronavirus su altre condizioni di salute.
I ritardi del trattamento si verificano in tempi normali, ma la diffusione del Covid-19 ha causato interruzioni senza precedenti ai servizi sanitari. Ricercatori nel Regno Unito e in Canada hanno scoperto che i ritardi nel trattamento - sia per la chirurgia, la radioterapia o altri trattamenti come la chemioterapia - per sette tipi di cancro hanno avuto un impatto significativo sulla mortalità dei pazienti.
"Non c'è mai stato un tentativo sistematico di esaminare cosa comportano i ritardi nei diversi tipi di trattamento per gli esiti dei pazienti di cancro", ha detto il coautore dello studio Ajay Aggarwal, un oncologo clinico e professore associato presso la London School of Hygiene and Tropical Medicinale.
"Poiché sappiamo che questo sta accadendo ai malati di cancro durante la pandemia Covid-19, è essenziale capire il reale impatto". Lo studio ha scoperto che anche posticipare di un mese le cure potrebbe comportare un rischio di morte dal 6 al 13% più alto. Più lunga è l'attesa per il trattamento, maggiore è il rischio. Gli autori hanno descritto i risultati, basati su dozzine di studi internazionali pubblicati negli ultimi due decenni. I ricercatori hanno stimato che un ritardo nella chirurgia di 12 settimane per tutti i pazienti con cancro al seno - durante i lockdown da Covid-19 - porterebbe, nel corso di un anno, a 1.400 morti in più nel Regno Unito, 6.100 negli Stati Uniti, 700 in Canada e 500 in Australia.