AGI - Mappare gli spostamenti delle persone in città per gestire la nuova fase dell'emergenza sanitaria. E' quanto ci si propone con il database realizzato dai ricercatori del Politecnico di Torino e di Ithaca, centro di ricerca partecipato dall'ateneo stesso e dalla Compagnia di San Paolo, in grado di stimare i flussi di mobilità (veicolari, ciclabili e pedonali) nella città di Torino.
Il database, che si basa sulla cartografia tecnica della Città e sulle immagini satellitari ad alta risoluzione acquisite nel mese di aprile scorso nell’ambito del progetto Copernicus della Commissione Europea attivato per la gestione della fase 2 della Pandemia Covid-19, ha previsto l’integrazione di tutti gli elementi cartografici ritenuti necessari per potere fornire un dato attendibile, come le piste ciclabili, i marciapiedi e tutti gli attraversamenti pedonali delimitati da apposita segnaletica orizzontale.
Per la stima dei flussi veicolari sono stati utilizzati i dati forniti da 5T, partecipata pubblica della Città di Torino, della Regione Piemonte e della Città Metropolitana, mentre per i flussi ciclabili e pedonali sono stati raccolti tutti i dati disponibili relativi alla possibile frequentazione di aree della città in cui si possano registrare eventuali assembramenti. In particolare, sono stati analizzati i dati relativi ad aree pedonali e verdi; fermate del trasporto pubblico; attività economiche (manifatturiere e terziario); commercio (diviso in base alla capacità di attrazione di flussi); scuole di ogni ordine e grado; università; ospedali e sedi ospedaliere amministrative; mercati rionali; cinema, teatri e musei; uffici postali; sedi amministrative di enti pubblici e società partecipate; sedi circoscrizionali, anagrafi e uffici Inail.
Tutti questi luoghi e attività sono stati cartografati ed è stato determinato in modo quantitativo il numero di persone che gravitano su di essi o nelle immediate vicinanze, per potere evidenziare spostamenti, frequentazioni e possibili luoghi di assembramento. Il database permette di valutare i flussi nelle diverse aree della città, eventualmente modificando gli elementi da tenere in considerazione, cioè potendo verificare le conseguenze di eventuali ordinanze di limitazione di mobilità, di lockdown geografici e/o anagrafici, evidenziando nel contempo le eventuali aree critiche su cui intensificare i controlli.
C’è infine un ulteriore possibilità di applicazione di questo database: la legge prevede, infatti, l’impossibilità di georeferenziare i tracciamenti di eventuali positività individuali al virus, ma il database si presta alla rappresentazione del numero di positivi per luoghi di aggregazione (ospedali, scuole, università, uffici amministrativi, attività produttive, che sono tenuti a comunicare la positività dei loro studenti/dipendenti all’Asl in forma aggregata) in modo da potere consentire la mappatura dei contagi e la conseguente gestione dell’emergenza da un punto di vista epidemiologico, individuando eventuali cluster di contagio, ad esempio, in una serie di scuole vicine, oppure in una stessa filiera produttiva.