AGI - "Con il personale a disposizione possiamo attivare al massimo settemila posti in terapia intensiva". È la denuncia di Alessandro Vergallo, il segretario del sindacato degli anestesisti Aaroi-Emac, in un’intervista a la 'Repubblica' nella quale il sindacalista spiega: “Siamo intorno al 24% di occupazione media dei posti letto. Ci avviciniamo al famoso 30%, considerato un indicatore preoccupante”. Si tratta di “6.500, perché al momento non ce ne sono di più”.
Tuttavia, precisa Vergallo, “non sappiamo quali sono i criteri in base ai quali i posti di sub intensiva possono diventare più specialistici. Se si intende un letto semplicemente con ventilatore e magari un monitor, non può essere considerato un posto di intensiva”.
E poi avverte: “Mancherebbe comunque il personale, che è fondamentale per mandare avanti tutto. Abbiamo calcolato che con gli aggiustamenti che stiamo riuscendo a fare, cioè la messa all’opera di specializzandi, la riduzione delle attività chirurgiche, l’arruolamento di colleghi che lavorano nelle sale operatorie, il blocco totale delle ferie, l’azzeramento oltre il limite del consentito dei riposi previsti dalla legge, non possiamo coprire non più di 7 mila posti. Siamo già al limite” anche perché “è impossibile perché mancano anestesisti sul mercato”