AGI - "Se ogni positivo in media ha dieci contatti stretti, oggi che i nuovi casi sono stati 26 mila dovremmo tracciare 260 mila contatti. Se il trend restasse questo, dovremmo tracciare 2 milioni e 600 contatti in dieci giorni e in poco più di 20 giorni dovremmo tracciare tuti i cittadini italiani". Lo ha detto in conferenza stampa il commissario all'emergenza Covid 19 Domenico Arcuri sottolineando che si tratterebbe di un "lavoro gigantesco e non realizzabile".
Dobbiamo tutti muoverci il meno possibile
Poi l'allarme: "La crescita del contagio non è mai stata così impetuosa. Fa meno danni, ma se non raffreddiamo la curva, nessun sistema sanitario, tantomeno quello italiano, sarà capace di reggere". Lo ha detto in conferenza stampa il commissario straordinario all'emergenza Covid 19 Domenico Arcuri. "Oggi tutti sappiamo che cosa dobbiamo fare, ma credo serva qualcosa di più: dobbiamo tutti muoverci il meno possibile. Perché se è vero che l'80% dei contagi avviene in famiglia, qualcuno il virus all'interno delle case lo porta", ha detto Arcuri sottolineando che "serve qualche altro ingrediente, soprattutto un nuovo patto di responsabilità ritrovata" con i cittadini.
I casi raddoppiano ogni settimana
Arcuri ha ricordato che "la progressione attuale dell'indice Rt determina un raddoppio dei casi ogni settimana. è la cruda e drammatica realtà dei numeri". Oggi "viviamo un dramma nuovo, dobbiamo capire quanto è diverso dal precedente", ha osservato, aggiungendo che "viviamo una situazione drammatica ma i numeri non sono paragonabili a quelli dell'inizio". Il 21 marzo, "nel nostro Paese ci furono 6.577 contagiati e 793 decessi: moriva il 9% dei contagiati contro un 11% di guariti. Sino a ieri è morto il 6% dei contagiati e il 47% è guarito". E ancora: "il 21 marzo l'80% dei tamponi dava esito positivo, a fronte del 47% fino a ieri. Il 21 marzo il 52% dei contagiati era in isolamento domiciliare, il 41% in ospedale e il 7% in terapia intensiva: fino a ieri c'era il 94% in isolamento domiciliare, il 5% in ospedale e lo 0,6% in terapia intensiva".
"Era un altro mondo - ha detto il commissario - il virus correva più forte di noi, colpiva e uccideva; oggi lo rincorriamo, lo intercettiamo e riusciamo a ridurne i danni: a marzo c'era un esercito di contagiati che non conoscevamo, oggi l'80% dei positivi è asintomatico".
Contrario all'ordinanza di Emiliano
Poi la stoccata a Michele Emiliano dopo la decisione di chiudere le scuole in Puglia: "Sono fermamente contrario all'ordinanza del governatore Emiliano che trovo ingiustificata, inopportuna e asintotica rispetto alle ultime decisioni prese dal governo", ha detto il commissario all'emergenza . "Credo che la scuola sia un valore assoluto e non negoziabile, per quanto comprendiamo la gravità della diffusione del contagio". "Al momento non risulta che la scuola faccia aumentare il numero dei contagi, la scuola è uno dei luoghi più protetti".
Il Commissario ha illustrato qualche numero: "Abbiamo a disposizione altri 1.849 ventilatori che inizieremo a distribuire da domani per evitare l'affollamento delle terapie intensive". E ancora: "Complessivamente i posti letto in terapia intensiva all'emergenza già attivati o attivabili in pochi giorni sono 10.337, poco meno dei 10.700 che avrebbero dovuto essere pronti alla fine dell'operazione di rafforzamento degli ospedali Covid", ha spiegato Arcuri, aggiungendo che "All'inizio dell'emergenza i posti letto in terapia intensiva erano 5.179: da allora ho inviato alle Regioni 3.303 ventilatori, cui da domani se ne aggiungeranno altri 1.849. AL momento comunque non c'è un problema di affollamento delle terapie intensive ma un problema di affollamento degli ospedali e dei pronto soccorso".
Fine dello stato di emergenza? Spero di non sentirlo più
"Non è il momento delle polemiche ma quello di dire la verità agli italiani e basta", ha dichiarato Arcuri. "Agli italiani dobbiamo dire che non abbiamo mai sottovalutato il problema in questi mesi, che sapevamo che c'era una tempesta nel mondo e che questa tempesta sarebbe arrivata prima o poi anche da noi". "Stiamo producendo un grande sforzo. Spero - ha concluso - di non sentire mai più inviti a non usare le mascherine, dichiarazioni sulla presunta morte del virus, elucubrazioni sulla sua ridotta capacità virale o richieste di mettere fine allo stato di emergenza".