AGI - “Il lockdown fatelo per conto vostro; limitatevi alle attività fondamentali legate al vostro lavoro e vedete meno persone possibili”. È la ricetta del professor Massimo Galli, direttore del dipartimento di Malattie infettive del “Sacco” di Milano, che in un’intervista a Il Fatto Quotidiano dice che servono “interventi improcrastinabili per invertire la tendenza. Mi auguro bastino, ma non lo so e se qualcuno afferma di saperlo mente. L’unica cosa che sappiamo è che ad aver dato risultato è la chiusura totale, ma si vuole evitare. E lo capisco”.
Poi aggiunge: “La chiusura delle scuole è la più dolorosa e difficile da decidere. La differenza fra il 75 e il 100% di didattica a distanza alle superiori mi sembra una questione di lana caprina. Per quanto riguarda gli altri ordini capisco che tenere la didattica in presenza, oltre ad essere fondamentale per bambini e ragazzi, è necessario per dar la possibilità ai genitori di lavorare. Non mi è mai sfuggita l’importanza della didattica diretta, ma qualcosa va sacrificato”.
Crisanti: "Così sarà una catastrofe"
Sulla stessa lunghezza d'onda il professor Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova, duro con le regioni: “Le Regioni vogliono scaricare la responsabilità di questo disastro e chiedono al governo di certificare la loro assoluzione. Non ho mai visto un simile concentrato di demagogia e populismo”.
In una intervista a Repubblica Crisanti ha dichiarato: “Escludere gli asintomatici dal tracciamento è una catastrofe annunciata. Sono irresponsabili”, sostiene e aggiunge: “La vera lotta contro il virus è una lotta contro chi lo trasmette. Dopo decine di pubblicazioni sulle riviste scientifiche internazionali, rimango stupito quando ancora qualcuno ha il coraggio di sostenere che gli asintomatici non siano un problema”.
Quindi Crisanti indica la strada da seguire: “Tracciamento e prevenzione, queste sono le parole d’ordine. Tutti i programmi che hanno avuto successo nel contrasto del virus erano basati sul tracciamento degli asintomatici. La Cina ha fatto 9 milioni di tamponi, per prendere gli asintomatici. E oggi parliamo di modello-Wuhan” mentre ad esempio “La Regione Veneto ha fatto tutto e il contrario di tutto. Prima disse no, poi mi diede retta, poi si sono spostati su posizioni diverse. Oggi chiede al governo di non testarli. Fatalità, oggi i numeri del Veneto non si discostano più da quelli delle altre regioni”.