AGI - Ritorno dell'ora solare e stress da coronaviru sono una miscela micidiale per il sesso. Secondo gli esperti, infatti, il passaggio all’ora solare determina uno sfasamento tra ritmo sonno-veglia e ”orologio” biologico, con una desincronizzazione simile al jet lag, dei ritmi circadiani che può favorire la disfunzione erettile. Il calo del desiderio viene addirittura peggiorato dall’ansia da Covid che stiamo vivendo e, in particolare, dal timore che il partner potrebbe contagiarci.
Unica consolazione è che potrebbe essere l’ultima volta in cui i 27 paesi Ue spostano le lancette dell'orologio indietro di un’ora per tornare all’ora solare dopo 7 mesi di ora “legale”. E’ di un anno e mezzo fa, infatti, la decisione del Parlamento europeo che aveva stabilito la fine dello spostamento dell’orario due volte all’anno. Le decisioni definitive verranno prese a livello nazionale, con una scadenza fissata all’aprile dell’anno prossimo, ma l’indicazione Ue è quella di evitare una divisione fra Paesi con ora legale e Paesi senza, che danneggerebbe il mercato interno.
Intanto gli esperti della Società Italiana di Andrologia (SIA), commentando i dati di uno studio statunitense pubblicato sul Journal of Sexual Medicine e appena discusso su Nature.com, che mostrano come la disfunzione erettile sia più comune fra i lavoratori che fanno turni di notte e che per questo hanno un’alterazione dei ritmi circadiani.
“Anche l’attività dell’apparato riproduttivo maschile segue una ciclicità nell’arco delle 24 ore, governata dalle oscillazioni nella produzione del principale ormone maschile, il testosterone, che di norma viene sintetizzato in maggior quantità al mattino e prodotto in minor misura alla sera. Quando i ritmi sballano il testosterone si riduce significativamente e l’attività sessuale ne fa le spese, così l’arrivo dell’ora solare sommandosi all’ansia legata alla pandemia moltiplica i disturbi del sonno e il desiderio langue” afferma Tommaso Cai, segretario della Società Italiana di Andrologia (SIA).
"Lo confermano i risultati di uno studio statunitense, pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, e discusso da poco su Nature.com. I dati raccolti dai ricercatori americani su oltre 700 pazienti, dimostrano che il lavoro con turni di notte comporta uno squilibrio dell'orologio biologico e provoca anche un maggior rischio di disfunzione erettile, associato ad alterazioni nella produzione di testosterone" - osserva Cai - "Questo porta l''orologio del pene' a sballare e infatti nei lavoratori notturni la disfunzione erettile e' piu' frequente rispetto a chi non lavora di notte e puo' percio' essere combattuta anche ritrovando orari regolari per il sonno e la veglia".
I dati mostrano anche che una terapia a base di testosterone puo' mitigare le difficolta' dei pazienti, ribadendo la centralità dell'ormone nel garantire una buona vita sessuale. Inoltre, lo studio conferma che la disfunzione erettile puo' essere la prima 'spia' di patologie sistemiche di varia natura, in questo caso i disturbi del sonno e le alterazioni circadiane.
"Non dobbiamo dimenticare che l'erezione e il benessere sessuale in generale sono il risultato di un intero sistema che funziona seguendo una precisa sincronia fra i diversi organi - aggiunge Alessandro Palmieri, presidente SIA e Professore di Urologia Università Federico II di Napoli - Se un ingranaggio si inceppa o non lavora bene, il primo a risentirne è proprio il pene: ecco perché il deficit erettile può essere per esempio il primo segnale di malattie cardiovascolari e può precedere di anni eventi gravi come infarti e ictus. Il testosterone, nello specifico, è fondamentale per una buona erezione e prevenire malattie cardiovascolari e osteoporosi: mantenere il ritmo della produzione ormonale è indispensabile, per questo un buon ritmo sonno-veglia è utile anche per una soddisfacente vita sessuale. Un segnale che tutto è nella norma è la presenza delle erezioni notturne, sotto il diretto controllo dell'ormone perché non finalizzate a un rapporto sessuale ma necessarie come 'palestra' per l'organo".
Conclude Palmieri: "Il pene deve poter seguire il suo orologio biologico, con le erezioni notturne e mattutine. Il solo testosterone però non basta a garantirle: per una buona erezione serve anche un corretto afflusso di sangue, che può essere pregiudicato in caso di diabete, disturbi del sonno come le apnee ostruttive o malattie cardiovascolari come ipertensione e aterosclerosi. Per non fare cilecca a letto, quindi, è importante mantenersi in salute, valutare e risolvere eventuali altre patologie ma anche rispettare un adeguato ciclo sonno-veglia".