AGI - "Daremo alle regioni molto presto la possibilità di arrivare a 200 mila tamponi al giorno": lo ha assicurato il commissario all'emergenza Covid, Domenico Arcuri, in un'intervista al Corriere della Sera. Per Arcuri è necessario chiedere "un coinvolgimento pieno" di medici di base e pediatri a cui occorre dare gli strumenti per
"una ritrovata centralità della medicina di territorio".
"I medici di base devono poter fare i test nelle case e curare lì il più possibile i malati, visto che ormai i protocolli sono standardizzati", ha insistito il commissario, "non serve più portare le persone in ospedale solo perché hanno 38 di febbre".
"Il drive in è un'iniziativa delle regioni: in alcune funziona, in altre no. Ecco perché bisogna attivare i medici di base", ha spiegato Arcuri, "e comunque abbiamo fatto 13milioni di tamponi su 8,2 milioni di persone. Facciamo ormai stabilmente oltre 100 mila tamponi molecolari al giorno e ci stiamo attrezzando per chiudere il gap fra domanda e offerta. Stiamo chiudendo l'offerta pubblica per i test rapidi anti-genici e ne compreremo 10milioni, non più cinque. Li distribuiremo alle Asl, ma anche nelle scuole, nei porti, negli aeroporti, e ai medici di base".
Rispetto a marzo "siamo in un altro mondo" ma "non possiamo far finta che la recrudescenza non ci sia", aggiunge il Commissario. La differenza rispetto al periodo del lockdown "è in primo luogo per la geografia: in primavera ha pagato un prezzo altissimo una parte del Paese, ora il contagio è molto piu' distribuito", ha osservato Arcuri.
E ancora. "Non penso che tutta l'Italia sia uguale nella capacità di rispettare le regole, nelle infrastrutture o nell'efficienza delle reti sanitarie. Servono e serviranno sempre di piu' risposte differenziate e un coordinamento puntuale fra Stato e amministrazioni locali".
Per Arcuri l'altra grande differenza rispetto alla prima ondata, è "l'origine". "Allora il virus circolava negli ospedali e nelle residenze per anziani; oggi l'80% dei contagi avviene in casa. I ragazzi lo prendono fuori e lo portano in famiglia. L'età media dei contagiati era di 70 anni, oggi di 40".
"È fondamentale che gli italiani mantengano la disciplina dimostrata in primavera e mi pare siano gia' tornati a praticarla", ha insistito il commissario, "magari anche applicando qualche sanzione, anche contenuta. Non possiamo far finta che la recrudescenza non ci sia".