AGI. - "Privilegiare per i bambini mascherine colorate e/o con stampe". Il suggerimento rivolto alle famiglie è contenuto in uno dei due allegati all'ordinanza della Regione Lombardia datata 16 ottobre sulle nuove misure per la gestione e il contrasto alla pandemia.
Il capitolo è quello sui comportamenti da tenere nelle aree giochi, dove "la mascherina di protezione deve essere utilizzata da genitori, accompagnatori ed eventuale personale e dai bambini e ragazzi sopra i 6 anni di età". E, in questo contesto, tra le 'canoniche' indicazioni sulla necessità di igienizzarsi, tenere pulite le attrezzature e ripensare gli spazi, si caldeggia di dotare i più piccoli di mascherine variopinte.
Non sono chiare le ragioni del consiglio, forse chi ha scritto si è spogliato per un attimo del ruolo istituzionale vestendo i panni di psicologo e pensando a come alleviare la fatica imposta ai bambini di coprirsi il volto.
"Credo che abbia un senso a livello simbolico più che psicologico - è il commento all'AGI della psicoterapeuta Gloria Volpato - Il mondo dei bambini è colorato e fantasioso, le mascherine colorate possono diventare un modo per esprimere le proprie preferenze di colore o di stile e rendere 'personalizzabile qualcosa che è loro imposto'".
Tuttavia, avverte Volpato, "se si pensa che fare questo sia sufficiente per aiutare i bambini ad attraversare l'emergenza, la misura rischia di essere collusiva con un sistema di omertà circa la sottovalutazione dell''infezione psichica' in atto, per cui i bambini non sono né visti, né accompagnati nell'elaborazione. In questo caso, si rischia di essere di fronte a una forma di negazionismo psicologico".