AGI - Carlo Acutis, morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, è diventato Beato. Dalla Basilica superiore di San Francesco ad Assisi, il cardinale Agostino Vallini ha dato lettura alla proclamazione - salutata dall'applauso dei presenti - decretata da Papa Francesco. La memoria liturgica del beato Carlo Acutis sarà celebrata ogni anno il 12 ottobre, giorno della sua morte.
"Con l'entusiasmo della giovinezza coltivò l'amicizia in Gesù" e mise al centro della sua vita l'Eucarestia, ha detto il cardinale Vallini leggendo la Lettera Apostolica con la quale Papa Francesco ha iscritto nel numero dei Beati il venerabile Servo di Dio. È stato poi scoperto il quadro con l'immagine del nuovo Beato ed è stata portata in processione, dai genitori di Carlo, la preziosa reliquia del cuore per posizionarla vicino all'altare. Poi Vallini ha abbracciato la mamma e il papà del 15enne.
"Un modello di santità per i giovani"
Papa Francesco, nell'esortazione apostolica "Christus vivit", lo ha proposto ai giovani come modello di santità in questa era digitale citando il suo nome tra i "preziosi riflessi di Cristo giovane che risplendono per stimolarci e farci uscire dalla sonnolenza". Carlo Acutis è il primo Beato della generazione dei millennial e già in tanti lo considerano come il "patrono" di Internet. È stato monsignor Domenico Sorrentino, arcivescovo di Assisi, a pronunciare la richiesta di beatificazione.
La beatificazione di Carlo Acutis "è una buona notizia, un annuncio forte che un ragazzo del nostro tempo, uno come tanti, e' stato conquistato da Cristo ed è diventato un faro di luce per quanti vorranno conoscerlo e seguirne l'esempio", ha detto Vallini nel corso della sua omelia in cui ha sottolineato la sua "vita luminosa" "tutta donata agli altri, come il Pane Eucaristico".
"Ha portato il frutto della santità, mostrandolo come meta raggiungibile da tutti e non come qualcosa di astratto e riservato a pochi", ha aggiunto osservando che la sua vita "è un modello particolarmente per i giovani, a non trovare gratificazione soltanto nei successi effimeri, ma nei valori perenni che Gesù suggerisce nel Vangelo".
Il cardinale Vallini ha anche tracciato un profilo della vita di Carlo rimarcando come "straordinaria" la sua capacità di testimoniare i valori in cui credeva, "anche a costo di affrontare incomprensioni, ostacoli e talvolta perfino di essere deriso" e "la grande carità verso il prossimo, soprattutto verso i poveri, gli anziani soli e abbandonati, i senza tetto, i disabili e le persone che la società emarginava e nascondeva".
Il nuovo Beato "rappresenta un modello di fortezza, alieno da ogni forma di compromesso". "Egli - ha poi concluso Vallini - ha testimoniato che la fede non ci allontana dalla vita, ma ci immerge più profondamente in essa, indicandoci la strada concreta per vivere la gioia del Vangelo. Sta a noi percorrerla, attratti dall'esperienza affascinante del Beato Carlo, affinché anche la nostra vita possa brillare di luce e di speranza".