AGI - “Oggi è stata la giornata dedicata in particolar modo alla provincia di Vibo Valentia, oggetto dell'operazione 'Rinascita Scott', operazione gigantesca per qualità e quantità che ha fatto capire a tutt'Italia che la 'ndrangheta non può essere associata solo alla provincia di Reggio Calabria, come stoltamente si riteneva, ma nel Vibonese è cresciuta in modo esponenziale”. Così il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, parlando con i giornalisti al termine della missione dell'organismo bicamerale nella Prefettura di Catanzaro.
“Fermo restando che ce lo consentano le regole anti Covid - ha aggiunto Mortra - è nostra intenzione, in tempi ragionevolmente rapidi, fare un sopralluogo a Vibo, senza convocare nel capoluogo di regione i vertici di pubbliche amministrazioni vibonesi, perchè è necessario mandare un segnale ai territori testimoniando, con la presenza fisica dello Stato su quei territori e su quelle zolle di terra magari insanguinate da fatti di sangue compiuti dai Mancuso e non solo, che lo Stato non arretra ma piuttosto conquista territorio".
"Spero – ha sostenuto il presidente della Commissione parlamentare antimafia - che per novembre si possa tornare a Vibo, ma non solo a Vibo perchè anche Crotone, Cosenza, Reggio Calabria meritano attenzione, poi c'è anche la Sicilia, la Valle d'Aosta, c'è il Veneto, perchè in questo paese a furia di sottovalutare l'emergenza criminale di stampo mafioso, le mafie si sono insediate e radicate dappertutto. Ieri – ha quindi concluso Morra - con il procuratore Gratteri abbiamo ripercorso la presenza di locali di 'ndrangheta non soltanto in Italia ma in tutto il mondo ed è notorio che la 'ndrangheta sia l'organizzazione mafiosa più diffusa capillarmente nel mondo. I locali di 'ndrangheta ci sono in Valle d'Aosta, in Piemonte, in Emilia, in Trentino, in Liguria, in Umbria, nel Lazio per cui non avendola combattuta a sufficienza la 'ndrangheta si è diffusa e ormai si trova dappertutto”.
Il procuratore di Vibo: "Qui il territorio più critico"
“L'emergenza 'ndrangheta nel territorio di Vibo Valentia è da tanti anni la prima emergenza del Distretto di Catanzaro, d'altra parte non ne ha fatto mistero neanche il procuratore Gratteri”. Lo ha affermato il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, parlando con i giornalisti al termine della sua audizione in Commissione parlamentare antimafia, in missione nella Prefettura di Catanzaro. “Ci sono altri territori problematici in Calabria, ma Vibo – ha aggiunto Falvo - è sicuramente quello più critico, ma forse a livello nazionale, non solo locale. Lo sforzo investigativo della Dda è stato notevole, del resto lo si è visto e si vedrà ancora”. Nella sua audizione in Commissione antimafia, Falvo ha sottolineato le carenze degli organici negli uffici giudiziari: “Il territorio di Vibo Valentia meriterebbe una dotazione nettamente superiore, e non mi riferisco solo alla Procura ma anche al Tribunale, perchè non c'è solo la Procura di Vibo che manda volumi al Tribunale di Vibo, ma c'è anche la Dda, se il Tribunale non viene rinforzato non so come faccia a fare fronte. Questo – ha spiegato il procuratore - è il problema forse principale che ho evidenziato e che credo sia stato colto positivamente dalla Commissione”.
Secondo Falvo “la 'ndrangheta non la sconfiggiamo con le operazioni antimafia, purtroppo, quelle aiutano, sono necessarie per dare un segnale. Bisogna creare le condizioni affinchè i giovani non si avvicinino alla criminalità e abbiano un'alternativa. In questo molto ci deve mettere anche la politica e l'amministrazione, che – ha sostenuto il procuratore di Vibo Valentia - devono far sì che si creino le queste condizioni. Le istituzioni a Vibo ci sono, sono unite e fanno fronte comune, anche con la Dda, da questo punto di vista le cose vanno benissimo. C'è però tanto da lavorare, e tanto sta lavorando la Dda”.
Falvo infine ha accolto positivamente l'intenzione, manifestata dal presidente Nicola Morra, di una missione ad hoc della Commissione antimafia a Vibo Valentia nei prossimi mesi: “Sono contento – ha concluso il procuratore - di questa attenzione verso un territorio particolarmente problematico”.