AGI - Al momento la fotografia nel Movimento 5 stelle è l'uno contro gli altri armati, ma in vista dell'assemblea dei gruppi parlamentari prevista per domani sotto traccia si sta tentando di siglare una sorta di 'pax' interna, di tregua per evitare una resa dei conti.
Con Beppe Grillo, riferiscono fonti parlamentari pentastellate, nelle vesti di mediatore. Al momento le posizioni all'interno del Movimento non sono affatto unitarie. C'è un'ala governista che preme affinché si segua una linea chiara, che partendo dal 'modello Pomigliano', prospetti un asse strutturale con i dem, anche in vista delle prossime amministrative e delle Politiche.
Mentre l'ala ortodossa che fa riferimento a Di Battista vorrebbe mantenere una direzione autonoma e soprattutto ripartire dai meet up e dagli attivisti. Altro nodo da sciogliere è il rapporto con Casaleggio, sul tavolo da settimane è in corso la trattativa perchè accetti un contratto come fornitore di servizi.
Tuttavia oggi è arrivata la sponda di Grillo che, perorando la tesi della democrazia diretta, ha difeso lo strumento di 'Rousseau'. Casaleggio e Grillo si sono incontrati la scorsa settimana, con quest'ultimo che sta provando a 'ricucire' gli strappi tra il figlio di Gianroberto e il resto del Movimento.
Oggi è stato anche il giorno delle riunioni preparatorie per l'incontro di domani al quale prenderanno parte deputati e senatori ma non il capo politico Crimi che si è sfilato - facendo perno su una regola dello Statuto - indicando ai capigruppo il percorso degli Stati generali. Un percorso a tappe, anche se non ci sarebbero date già fissate. Si sono visti gli esponenti di 'Parole guerriere' che domani sera leggeranno un documento in cui chiedono regole certe per una maggiore democrazia; si sono incontrati 'i facilitatori del futuro' che rimarcano come per qualsiasi scenario futuro del Movimento non va aggirata la base.
E c'è stato anche un incontro tra alcuni parlamentari che intendono schierarsi al fianco di 'Dibba'. In questo quadro politico si cercherà comunque fino all'ultimo di evitare una scissione. Spaccatura che potrebbe essere sancita, però, più avanti se il premier Conte dovesse decidere di attivare l'arma del Mes. Le fibrillazioni nei gruppi non accennano a diminuire e domani, nell'incontro convocato per le analisi delle elezioni, dovrebbe essere più chiara l'entita' delle forze in campo.
Attorno alla figura di Di Maio si sono coagulati 'big' e ministri, con la prospettiva della costituzione di un organo collegiale con un 'primus inter pares'. Si punta a coinvolgere anche Di Battista nella partita ma per ora non ci sarebbero delle vere aperture. Da qui il muro contro muro e il dilemma legato anche allo strumento della piattaforma web: i 'governisti' puntano ad un compromesso con Casaleggio, vogliono evitare scissioni e puntare ad un confronto sulle mozioni agli Stati generali ma, al di la' dei tentativi in atto da parte dei mediatori, non c'è ancora una soluzione per un percorso condiviso.