AGI - Con Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Puglia si completa oggi, giovedì 24 settembre, la riapertura della scuola in tutto il Paese. I problemi sono ancora tanti, così come le criticità. Ma il mondo della scuola ha lentamente intrapreso la strada del ritorno verso la normalità. I punti interrogativi sono sempre molti ed i contagi tra docenti, studenti e personale, hanno bloccato, e continuano a bloccare, numerose scuole, con la conseguente quarantena per diverse persone. Sul fronte delle riaperture, in questa settimana martedì 22 settembre è stata la volta della Sardegna, e da domani le aperture nelle ultime regioni che hanno rinviato o deciso la ripresa delle elezioni al 24, con città, piccoli centri e anche istituti scolastici che hanno rinviato al 28.
Aperture in ordine sparso
I primi studenti sono tornati sui banchi già da lunedì 7 settembre, in Alto Adige, ma la vera prova di ripartenza è andata in scena lunedì 14 settembre, quando hanno riaperto le strutture scolastiche di 13 regioni, anche se non sono pochi gli istituti che a causa di una serie di problemi hanno preferito rinviare la ripresa della lezioni. Studenti nuovamente in classe, quindi, nel Lazio (ma non a Rieti, dove il sindaco ha fissato al 24 settembre l’apertura degli istituti di competenza comunale, che sono asili, elementari e medie), Liguria (con rinvio al 24 a La Spezia), Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria, Toscana, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto, Trentino.
Mercoledì 16 settembre sono rientrati in classe gli alunni del Friuli Venezia Giulia; il 22 settembre, invece, la riapertura in Sardegna, mentre il 24 settembre completano il quadro delle aperture le regioni Abruzzo, Basilicata, Campania (e qui in alcune zone, centri in provincia di Salerno, c’è già un rinvio al 28 settembre), Calabria (ma a Reggio, Cosenza, Catanzaro e numerosi altri centri, i Comuni hanno già rinviato la ripresa al 28) e Puglia (ma non a Taranto città, dove il sindaco ha firmato l’ordinanza per spostare l’apertura al 28).
I primi a riaprire i battenti, comunque, sono stati, già dal 3 settembre scorso, e successivamente il 7, numerosi istituti scolastici per l’infanzia, in diverse regioni. Rimane ancora alta la preoccupazione e si va avanti tra protocolli anti coronavirus, l’allarme dei presidi sulla mancanza di aule e banchi, docenti e impiegati amministrativi che minacciano di non rientrare, graduatorie per le supplenze contestate, il rebus trasporti, la misurazione della temperatura corporea, le mascherine e il distanziamento, problemi logistici vari e tanto altro ancora. Nelle regioni dove ancora le scuole sono chiuse c’è una vera e propria corsa contro il tempo per cercare di tamponare le situazioni più difficili, ma non tutto potrà essere risolto, e infatti non lo è stato, entro la data del nuovo suono della campanella.
Il calendario per l'avvio delle lezioni scolastiche 2020-2021, come ogni anno, varia da regione a regione, o province autonome, con il ministero dell’Istruzione che ha indica la data di apertura e con gli Enti locali che poi deliberano i propri calendari in base alle diverse esigenze. Mai come quest’anno, però, la riapertura sta avvenendo davvero in ordine sparso. Prima le scuole dell’infanzia, poi quelle di primo e secondo grado. Scelte diverse da regione a regione, e in alcuni casi anche da città a città. Senza dimenticare, inoltre, l’autonomia scolastica nella definizione del calendario delle lezioni.
Venerdì e sabato le prime proteste
In questo quadro, per sabato 26 settembre è già in programma la prima manifestazione nazionale di protesta del mondo scolastico, promossa anche dalle organizzazioni sindacali, che vedrà soprattutto i docenti precari in prima linea. Il giorno precedente, invece, protesta indetta dall’Unione degli Studenti, con appuntamenti in piazza a Roma e Milano e sit - in in diverse città.