AGI - Potrebbe arrivare a cavallo tra ottobre e novembre il prossimo picco della pandemia in Italia e più in generale in Europa. Due ricercatori italiani, Giacomo Cacciapaglia che lavora all’Institut de Physique des 2 Infinis, Villeurbanne, Francia e Francesco Sannino, Università della Danimarca meridionale, Odense, Danimarca, hanno elaborato un modello matematico per cercare di capire, sulla base dei dati rilevati, come potrebbe evolvere la pandemia. I risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports.
Lo studio suggerisce che una seconda ondata in Europa è possibile tra luglio 2020 (e in parte è quello a cui abbiamo già assistito questa estate) e gennaio 2021 e che la tempistica precisa dei picchi dei tassi di infezione per ogni paese potrebbe essere controllata attraverso il distanziamento sociale, il controllo dei focolai locali e le misure di controllo delle frontiere. Utilizzando i dati della prima ondata, ma consentendo una variazione del 15% nei tassi di infezione, Giacomo Cacciapaglia e colleghi hanno dimostrato che la tempistica dei picchi della seconda ondata è fortemente dipendente dai tassi di infezione, con picchi più rapidi previsti per i paesi con tassi di infezione più elevati.
Le misure di allontanamento sociale e il comportamento individuale responsabile, se implementati precocemente, possono avere un forte effetto sul momento in cui si verificano i picchi. Tenendo conto della situazione attuale in Europa, dove dieci paesi - Belgio, Bosnia, Croazia, Repubblica Ceca, Grecia, Paesi Bassi, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Spagna - hanno mostrato l'inizio di una seconda ondata all'inizio di agosto, gli autori hanno modellato le dinamiche temporali di una seconda ondata per tutti i paesi in Europa e ha creato una simulazione video di quando è probabile che una seconda ondata raggiunga il picco in ciascun paese.
I risultati mostrano che è probabile che si verifichino picchi tra luglio 2020 e gennaio 2021, mentre in Italia il possibile picco è stimato a cavallo tra ottobre e novembre, ma i tempi precisi per ciascun paese potrebbero essere potenzialmente controllati tramite il controllo delle frontiere e le misure di allontanamento sociale, nonché il controllo dei focolai locali. Per esempio in Italia il picco potrebbe raggiungere una entità analoga a quella che abbiamo già conosciuto in termini di nuovi casi. Il modello, che può essere facilmente adattato non appena nuovi dati diventano disponibili, può essere uno strumento utile per governi, mercati finanziari, industria e singoli cittadini per prepararsi in anticipo e possibilmente contrastare la minaccia di ondate pandemiche ricorrenti, suggeriscono gli autori.