AGI - In termini tecnici si chiama ageismo e indica la discriminazione nei confronti di una persona in base alla sua età, in particolare verso gli anziani. Un fenomeno sempre più diffuso e comune che, a differenza di sessismo e razzismo, non è punito dalla legge.
Secondo uno studio condotto a livello europeo, il 28% degli anziani ha riferito episodi di intolleranza addirittura più di coloro che subiscono atti di sessismo (22%) e razzismo (12%). In uno dei settori che riguarda gli aspetti principali della vita della persona anziana, ossia quello della sanità, il 30% degli over-60 ha dichiarato di essere trattato in modo ingiusto a causa dell'età.
Non senza conseguenze: secondo una ricerca riportata dalla Società francese di Gerontologia e Geriatria le persone esposte a un comportamento negativo nei riguardi dell'invecchiamento vivono in media 7 anni e mezzo in meno rispetto alle altre.
"Rispetto al razzismo e al sessismo, l'ageismo è ancora relativamente tollerato perché, a differenza dei primi due fenomeni, è l'unica discriminazione non punita dalla legge e a volte gli anziani si considerano troppo vecchi per trarre beneficio dalle cure più avanzate perché ritengono sia normale essere malati a partire da una certa età", affermano Raffaele Antonelli Incalzi, presidente SIGG e Alberto Pilotto, presidente SIGOT.
Per questo, in occasione della celebrazione dei 20 anni della Carta Europea dei diritti fondamentali, la SIGG e la SIGOT, insieme a 42 organizzazioni di 29 Paesi, promuovono lo slogan "#OldLivesMatter" - "Le vite degli anziani contano" - lanciato dalla Campagna globale contro la discriminazione nei confronti delle persone anziane per sensibilizzare cittadini, il mondo sanitario, le istituzioni e i media.
Ageismo è il pronto soccorso che ha rifiutato di accogliere gli anziani nel pieno dell’epidemia di Covid-19; sono le solite pubblicità per le creme antirughe che stigmatizzano l'invecchiamento; è la perpetua denigrazione degli anziani – una sorta di “bullismo anti-anziani” - a causa della loro inabilità nell’uso delle nuove tecnologie; è la parola "pensionato" che cala come una mannaia e li fa sentire immediatamente respinti dalla società. Il culto della giovinezza si contrappone alla demonizzazione senza fine della vecchiaia.
La maggior parte delle persone non è conscia di contribuire alla diffusione di stereotipi nei confronti degli anziani che tuttavia li distrugge lentamente: “Questi dati fanno capire come nelle politiche della salute ci sia una profonda discriminazione nei riguardi dei più anziani – spiegano Pilotto e Antonelli Incalzi – Questo pregiudizio sull'età si è evidenziato anche durante l'emergenza Covid, quando la selezione dell'ordine di priorità delle cure intensive ha toccato anche fattori legati all'età, discriminando gli anziani".
La campagna informativa a partire dal 14 settembre intende portare il tema della discriminazione nei confronti degli anziani all’attenzione dell’opinione pubblica, grazie alla diffusione di tre video disponibili in tutte le lingue ideati da Jean-Paul Lilienfeld (regista de “La Journee de la Jupe” con Isabelle Adjani, che ha ricevuto il Cesar per il suo ruolo) che racconta 3 casi di razzismo ordinario e universale con un tono insolito. “Volevamo mostrare come la discriminazione nei riguardi delle persone anziane è una discriminazione così comune che non la vediamo più", dice Lilienfeld. Nel 2050, le proiezioni stimano che le persone di età pari o superiore a 60 anni saranno due miliardi nel mondo.
“La società sarà in grado di trarre vantaggio da questa popolazione che invecchia se invecchieremo tutti in buona salute. Ma per questo, dobbiamo eliminare i pregiudizi sull’età”, spiega il prof. Olivier Guerin, presidente della SFGG, la Società francese di Geriatria e Gerontologia. Anche SIGG e SIGOT ringraziano calorosamente Jean-Paul Lilienfeld, autore e regista, cosi come tutti gli attori professionisti che hanno partecipato, a questi video.