AGI - Volevano tornare a vivere nel Parco Verde, a Caivano. Ma questo Michele Antonio Gaglione, 30 anni, disoccupato, non riusciva ad accettarlo. "Volevo darle una lezione. Era infetta. Le ho viste passare in scooter e le ho inseguite", dice ai carabinieri, parole senza conferme ufficiali ma filtrate comunque. Reo confesso è nel carcere di Napoli-Poggioreale, in attesa di comparire davanti al gip di Nola, probabilmente domani.
Le ha inseguite e ha preso a calci la carena del motorino
Sua sorella Maria Paola, 20 anni (e non 22, come erroneamente detto in precedenza, ndr.) compiuti a luglio, senza occupazione anche lei, è morta cadendo dal motorino Honda Sh che lui ha inseguito e preso a calci sulla carena, nel tentativo di fermarlo, la notte dell'11 settembre scorso, la stessa in cui è stato arrestato. Alla guida del mezzo c'era Ciro, all'anagrafe Cira Migliore, 22 anni, il compagno della vittima, ora ricoverato nel reparto Ortopedia dell'ospedale Villa dei Fiori di Acerra per le ferite riportate nell'incidente e, sempre secondo voci di corridoio, per un pestaggio subito dall'omicida che ancora non aveva realizzato che la sorella, rovinata al suolo subendo un impatto con un tubo dell'irrigazione che l'aveva ferita alla gola, era deceduta.
Lui era in sella a una moto Honda Rc 95 quando ha visto Maria Paola e Ciro sfrecciare lungo la strada provinciale tra Caivano e Cancello verso Acerra, e si è messo sulla loro scia, cercando di bloccarle. Ciro ha perso il controllo dell'Honda Sh in curva lungo via Etruschi; Maria Paola è morta, e Michele Antonio è fuggito; ma quello che in un primo momento era apparso come un incidente stradale provocato da un pirata della strada, grazie alle parole del trans 22enne ferito si è rivelato un dramma dell'omofobia.
L'accusa è stata modificata in omicidio preterintenzionale
La notte dell'incidente infatti, su disposizioni del pm, Michele Antonio è stato fermato per lesioni gravi, quelle a Ciro, e morte in conseguenza di un altro reato, ma dopo il suo racconto, l'ipotesi di reato a suo carico è stata modificata in omicidio preterintenzionale.
La coppia era stata già minacciata in passato
In un post social, la madre di Ciro, in parole rabbiose, sembra indicare che la coppia fosse stata già minacciata in passato. La vicenda non manca di innescare reazioni nella politica e nelle associazioni della galassia del mondo Lgbt soprattutto. "Cordoglio alle famiglie e ai sopravvissuti, da oggi si convivrà con quello che resta di questo omicidio misogino e transfobo", dice Carlo Cremona presidente i Ken e componente del tavolo Lgbt - Ministero Pari Opportunità - Unar.