AGI - Secondo l’accusa, hanno agito con “brutalità, gravità, efferatezza e modalità subdole”. Nel branco erano in otto, quattro di loro, Michele Masiello, di 23 anni, Alberto Lopatriello (22), Alessandro Zuccaro (21) e Giuseppe Gargano (19), tutti di Pisticci (Matera), disoccupati e alcuni con precedenti di polizia, sono stati arrestati per violenza sessuale, altri tre, sui vent’anni circa, sono al momento indagati. Ancora sconosciuta l’identità dell’ottavo stupratore e risultano in corso ulteriori accertamenti.
E’ il risultato delle indagini lampo condotte dalla squadra mobile di Matera e del commissariato di pubblica sicurezza di Pisticci, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera, avviate dopo quanto accaduto la notte tra il 7 e l’8 settembre scorsi quando due turiste minorenni inglesi, una delle due figlia di una famiglia del posto emigrata tanti anni fa, sono state violentate durante una festa in una villa di Marconia, popolosa frazione di Pisticci.
I particolari della vicenda sono stati illustrati in mattinata nel corso di una conferenza stampa a Matera dal questore, Luigi Liguori, dal procuratore capo di Matera, Pietro Argentino, e dal pm titolare delle indagini. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, alle 3 e 30 dell’8 settembre le minorenni avrebbero chiamato il 118, riferendo di aver subito una violenza sessuale da parte di un gruppo di ragazzi, poco dopo la mezzanotte, nel giardino di una villa alla periferia della frazione, dove era in corso una festa di compleanno, "aperta" a tutti, senza necessità di essere stati invitati.
Dopo essere state visitate e trasportate in ospedale a Matera, le minorenni, che non comprendevano la lingua italiana, sono state ascoltate in forma “protetta” dagli inquirenti e da psicologhe e con una ricostruzione precisa dei fatti hanno raccontato che, poco dopo essere arrivate alla festa, erano state avvicinate da due degli indagati, che non avevano mai visto prima. I ragazzi avrebbero dapprima instaurato con le minorenni un rapporto amichevole, carpendone la loro fiducia.
Successivamente si sarebbero avvicinati a loro altri partecipanti alla festa, approfittando anche dello stato di alterazione psichica delle due minorenni, dovuto all’assunzione di alcool. Uno di questi, avrebbe spinto con forza una delle due quindicenni in una zona buia sul retro della villa, seguito dagli altri tre arrestati e dall’altra ragazza. Giunti in un campo, sarebbero state perpetrate due distinte violenze sessuali nei confronti delle minorenni, sia da parte degli arrestati, che da parte di altri quattro giovani.
Le ragazze – secondo quanto ricostruito dagli investigatori – avrebbero cercato di difendersi anche mordendo una parte intima di uno dei ragazzi. Le violenze si sarebbero protratte per 15 minuti, fino a quando il gruppo composto da 8 soggetti si sarebbe allontanato, seguito a distanza di qualche minuto dalle minorenni.
Nel corso delle indagini sono state ascoltate molte persone informate sui fatti e analizzate le immagini delle telecamere di sorveglianza della villa, che hanno inquadrato le fasi immediatamente precedenti e immediatamente successive alle violenze sessuali, fornendo così un indubbio riscontro al racconto delle vittime. Importanti elementi probatori, a sostegno di quanto dichiarato dalle ragazze, che rimarranno a Matera per l'incidente probatorio, sono stati acquisiti con i rilievi tecnici svolti dalla Polizia Scientifica. Inoltre, uno degli indagati, durante l’interrogatorio ha fornito elementi utili alla ricostruzione dei fatti ed alla individuazione degli altri autori.
Sulla vicenda è intervenuto l'avvocato Giuseppe Rago, legale delle famiglie delle due minorenni che ha spiegato come “le ragazze non stanno certamente bene ed avranno sicuramente modo, mi auguro, di dimenticare quanto prima questo brutto episodio che ha segnato fortemente le loro personalità di quindicenni". Per Rago "quanto accaduto è di una gravità estrema” e “l’auspicio è che l'autorità giudiziaria possa fare giustizia per tutto ciò che le ragazze e le loro famiglie hanno patito".
Per la presidente di Telefono Donna Potenza, Cinzia Marroccoli,"è necessario combattere in tutti i modi questa cultura predatoria basata sulla violenza, sul non rispetto, sul mancato riconoscimento della donna e della sua dignità. Occorre - ha concluso - fare formazione in tal senso nelle scuole, fin dalle primarie".