AGI - Associazione per delinquere finalizzata all’organizzazione di delitti contro il patrimonio. Questa l'accusa contestata a vario titolo nell'ambito di una vasta operazione dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, scattata questa mattina all'alba, in esecuzione di provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di numerose persone dedite a truffe, furti, estorsioni, ricettazioni e riciclaggi, nonché contro la fede pubblica, l’ambiente ed in materia di stupefacenti, aggravati dalla disponibilità di armi.
Le indagini dei militari dell’Arma avrebbero messo in luce l'attività di un gruppo criminale attivo nel territorio di Ardore e Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, riconducibile ad elementi appartenenti alle comunità rom locali, storicamente radicate sul territorio in posizione non conflittuale e non concorrenziale con le cosche della 'ndrangheta, che hanno organizzato e commesso delitti di rilevante gravità contro l’ordine pubblico, la persona, il patrimonio e la fede pubblica.
Le persone arrestate sono 20 (14 in carcere e 6 ai domiciliari) a cui si aggiungono 3 destinatari di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L'operazione, denominata "Iceberg", nasce da un'indagine iniziata nel novembre dello scorso anno che ha dimostrato l'esistenza di un gruppo criminale attivo nel territorio dei comuni della Locride, riconducibile ad elementi appartenenti alle locali comunità rom che avrebbero pianificato e commesso delitti di rilevante gravità contro l’ordine pubblico, la persona, il patrimonio e la fede pubblica.
Nel corso dell'inchiesta sono stati ricostruiti numerosi furti in abitazione, ricettazione, spaccio di eroina e cocaina e truffe, perpetrate individuando le vittime sui siti di annunci online. Il gruppo, secondo l'accusa, era capeggiato da Cosimo Berlingeri, 36 anni, affiancato dallo zio, Francesco Berlingeri, 54 anni, alias “Cicciu u Zingaru”, rispettivamente nipote e fratello di Nicola Berlingeri, 55 anni, assassinato nel comune di Ardore nell’aprile 2012, indicato in altre operazioni di polizia giudiziaria come a capo della “Cosca degli Zingari”.
Il gruppo aveva disponibilità di armi, che venivano maneggiate anche in presenza di bambini in età prescolare, di 4 e 5 anni. Infine gli indagati si sarebbero resi responsabili di maltrattamento di animali, in alcuni episodi hanno legato animali al collo sollevandoli e scaraventandoli a terra. In un altro caso hanno gettato delle galline vive in pasto a un gruppo di cani chiusi in un recinto per osservare la scena.