AGI - Il fumo può alterare i geni in modo da aumentare le possibilità di contagio, e potrebbero bastare tre sigarette per aumentare la presenza dei recettori ACE-2, che facilitano l’ingresso del virus nell’organismo.
Lo hanno ipotizzato in un articolo pubblicato sulla rivista medRxiv, non ancora sottoposto a peer review, gli esperti della University of Technology di Sydney e dell'Università di Stanford, che hanno stabilito una significativa pericolosità anche in caso di fumo passivo.
“Sigarette, anche se elettroniche, fumo e fumo passivo – spiega Alen Faiz, della University of Technology di Sydney – possono provocare conseguenze dannose sui polmoni e sul sistema respiratorio, per cui è logico presumere che possano aumentare il rischio di Covid-19, anche se non sono ancora ben compresi i meccanismi che regolano questo collegamento”.
L’esperto aggiunge che nei polmoni adulti tre sigarette possono aumentare l’attività genica e stimolare la produzione di ACE-2. “I livelli di questo recettore – continua l’autore – risultano più bassi nelle persone che hanno smesso di fumare da oltre un mese. I nostri dati preliminari suggeriscono che l'esposizione al fumo passivo nei bambini di un anno aumenta l’espressione del recettore ACE-2 nelle vie aeree”.
Il team ha analizzato gli effetti della nicotina in relazione alla possibilità di insorgenza di Covid-19 tramite sondaggi online a cui hanno partecipato 4.351 utenti negli Stati Uniti. Uno studio precedente suggeriva che il rischio di contrarre l’infezione tra gli adolescenti che fanno uso di sigaretta elettronica è cinque volte più alto rispetto ai non fumatori, e la proporzione aumenta a sette volte in caso di sigarette convenzionali.
“Il fumo indebolisce i polmoni – ribadiscono gli scienziati – anche se finora gli studi a riguardo hanno prodotto risultati curiosi, sappiamo che fumare indebolisce il sistema respiratorio, per cui è altamente sconsigliato”.
Gli autori ribadiscono che anche i giovani fumatori possono sperimentare conseguenze dannose, per cui è importante monitorare la salute e ridurre il consumo di sigarette. “Il nostro lavoro – commenta l’autore principale, Shivani Mathur Gaih – dimostra che anche i giovani fumatori corrono un rischio elevato.
I risultati mostrano che il 50 percento dei ragazzi americani tra i 13 e i 24 anni fa uso, anche se saltuario, di sigarette elettroniche”.
Stando ai dati degli autori, i fumatori avevano una probabilità cinque volte maggiore di risultare positivi al test. “Gli adolescenti devono essere consapevoli del rischio che corrono fumando – aggiunge Bonnie Halpern-Felsher, coautrice dell’articolo – la Food and Drug Administration (FDA) dovrebbe insistere su questo punto. È importante che tutti sappiano che fumare può amplificare il rischio di contrarre infezioni polmonari”.
Oltre al fumo, il gruppo di ricerca ha considerato fattori come età, genere, etnia, livello di istruzione dei genitori e indice di massa corporea.
“I risultati più elevati – continuano gli esperti – sono stati riscontrati tra i giovani fumatori, e molti di loro hanno dichiarato di seguire le norme di distanziamento sociale e di uso dei dispositivi di protezione”.
Le sigarette elettroniche si sono diffuse rapidamente negli ultimi anni, e durante la diffusione di Covid-19 potrebbero dunque rappresentare un potenziale rischio per la salute. “Le sigarette elettroniche – conclude Halpern-Felsher – non sembrano contenere gli stessi tipi di agenti cancerogeni rispetto alle sigarette tradizionali, ma alcuni studi precedenti dimostrano che le sostanze chimiche possono comunque danneggiare il cuore e i polmoni, per cui bisogna davvero prestare attenzione”.