AGI - Sono centinaia in Veneto i docenti, e non mancano numerosi impiegati amministrativi, che chiedono di non rientrare a scuola a settembre perché "lavoratori fragili". Si va da chi soffre di asma e allergie a chi sta completando cicli di chemioterapia, dalle patologie più blande alle malattie croniche. Certo è che la questione rischia di creare nuovi problemi al sempre più complesso ritorno alla normalità.
Mani legate per il governatore del Veneto, Luca Zaia, che oggi nel corso di un punto stampa è tornato a puntare il dito contro il governo ("siamo ai tempi supplementari. Oggettivamente il governo ha perso un sacco di tempo su questa vicenda, e' ostaggio del Cts"), conscio di aver ben poche carte da giocare visto che "la scuola e' gestita dal governo e fino a quando non avremo l'autonomia in Veneto non abbiamo alcuna competenza".
"Sono anch'io convinto - ha detto ancora Zaia - che persone con gravi problemi di salute debbano evitare ogni assembramento ma questo non rientra nelle nostre competenze".
In difficoltà i sindacati
In difficoltà anche i sindacati. Come spiegato all'AGI dal segretario generale della Cgil Christian Ferrari "da una parte è comprensibile il timore e l'allarme per le situazioni di fragilità, dall'altra sono necessarie indicazioni in grado di mettere in campo tutte le misure di tutela per garantire il diritto allo studio e la difesa dei soggetti più fragili. E' una situazione molto complessa e delicata".
Problemi anche coi medici
Sullo sfondo, come non bastasse, la proteste di un'altra categoria che potrebbe complicare ancora di più la riapertura delle scuole: quella dei medici di base chiamati ad effettuare test (gratuiti e su base volontaria) a tutto il personale docente. Ad oggi solo il 50% dei medici hanno risposto alla chiamata dicendosi disponibili ad effettuare i test (test effettuati ad oggi su 10 mila insegnanti, circa il 10% del totale).
Gli altri si sarebbero rifiutati parlando di rischi, dell'eccessivo carico di lavoro e della mancanza di un corrispettivo economico.