AGI - Si sono visti accusati di 'sabotaggio' i sindacati della scuola, appena due giorni dopo essersi seduti al tavolo di viale Trastevere, per costruire insieme il ritorno in classe. E hanno quindi replicato con parole durissime.
Al centro della polemica l'intervista della ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, a Repubblica, in cui l'atteggiamento dei rappresentanti dei lavoratori è stato criticato. Il leitmotiv delle risposte, allora, non è stato tenero: un tentativo - lo hanno definito - di "distrazione dai limiti sempre più evidenti della sua gestione" ministeriale, agitando il "mostro del sindacato cattivo".
La Cgil: accuse offensive e polemiche inutili
A ribattere alla titolare dell'Istruzione nei termini più duri è la Cgil Scuola, per bocca del suo segretario generale, Francesco Sinopoli, che la taccia di "accuse gratuite, infondate e offensive". In un intervento a RaiNews24, Sinopoli sottolinea i ritardi della gestione dell'Esecutivo: "Bisognava muoversi con anticipo - aggiunge -. Noi abbiamo spiegato già dal mese di aprile che per riaprire le scuole in presenza serviva un provvedimento straordinario del Governo.
Ci voleva un organico aggiuntivo che poi è arrivato ma è insufficiente, lo sanno anche i dirigenti scolastici. Le risorse rese disponibili per gli enti locali ci sono da poco. Ora nei giorni che mancano all'apertura dell'anno scolastico, ci aspettiamo un'accelerazione, evitando di inventare polemiche che non servono a nessuno e soprattutto non servono alla scuola".
"Ribadiamo che il Governo non ha fatto abbastanza - ha aggiunto il sindacalista - e i problemi annunciati mesi fa sono stati confermati e vengono riconfermati ogni giorno".
La Cisl: ministra 'inconcludente', parli di meno e 'remi' di più
Una polemica "voluta, cercata a fuori luogo" quella della ministra, secondo la segretaria generale della Cisl Scuola, Lena Gissi, che in una nota segnala: "Si tratta di un attacco insensato sorretto da un uso disinvolto dei dati e da un'evidente distorsione del nostro pensiero".
"Sono mesi - osserva Gissi - che chiediamo al Governo e alla ministra di remare con più vigore verso l'obiettivo di una riapertura in sicurezza, senza alimentare polemiche fuori luogo. Sarebbe anche l'unico modo per evitare tensioni".
Forte, da parte sua, la parola usata per ribattere a 'sabotaggio': Gissi parla di "inconcludenza", che "sta generando una situazione di incertezza, confusione e preoccupazione diffusa", soprattutto in genitori e studenti. Ecco perché - conclude la nota - "la ministra farebbe bene a risparmiare e risparmiarci sortite polemiche del tutto fuorvianti. E farebbe ancora meglio a parlare meno e remare di più".
La Uil: solo luoghi comuni, dalle donne al sindacato cattivo
Non meno arrabbiato il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, che parla di "nodi che vengono al pettine", e di "reazione scomposta" da parte di Azzolina: nelle sue parole - ad avviso del sindacalista - "una serie infinita di luoghi comuni e stereotipi: le donne, il sessismo, la resistenza al cambiamento, il sindacato cattivo".
"Non basta 'sentirsi una donna al posto giusto al momento giusto, arrivata con un percorso selettivo'", avverte Turi: la numero uno del dicastero in questo modo "si costruisce un ruolo di vittima sacrificale alla vigilia di una apertura della scuola che come un mantra ripete ossessivamente (chissà se ci crede anche lei)". Secondo il rappresentante di categoria Azzolina è "autoreferenziale, non tollera la critica e chiama sabotaggio tutto ciò che non coincide con un suo desiderio".
Il richiamo alla collaborazione, fatto così, secondo le parti sociali, è "vuoto e sterile" e quando Azzolina chiede "di remare nella stessa direzione", la risposta della Uil è: "In quella direzione ci sono gli scogli, ci andiamo a schiantare!". "Non possiamo finirla con la storia del ricatto sindacale?", chiedono infine i sindacati, provocatoriamente.
La Gilda: si sono invertiti i ruoli?
L'attacco della ministra è addirittura "violento", infine, secondo Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti (vicina ai Cobas): "Non si possono invertire i ruoli: a noi - aggiunge - spetta di denunciare ritardi ed inadempienze, a chi governa di dimostrare concretamente di svolgere il proprio ruolo con efficienza ed imparzialità. I cittadini vorrebbero sapere quanti insegnanti di ruolo saranno in cattedra il 1 settembre prossimo, quante aule mancheranno per accogliere in sicurezza le alunne e gli alunni e, infine quando arriveranno i banchi mancanti alle scuole che li hanno richiesti. Riaprire le scuole è di vitale importanza. E’ questo che vogliamo, non cortine fumogene".