AGI - Nessuna ressa in spiaggia e corse all'ultimo parcheggio auto, città d'arte senza stranieri con il naso all'insù e alberghi semi deserti. È l'estate ai tempi di Covid, un'estate di pendolari, dove la vacanza è all’insegna del 'mordi e fuggi' e privilegia le zone turistiche del Paese con prevalenza di seconde case, mentre penalizza quelle con maggiore valenza alberghiera, soprattutto di alto livello. A cominciare dalle città d'arte, che con la loro alta percentuale di internazionalizzazione sono quelle che maggiormente richiamano i turisti del segmento lusso.
Confcommercio, senza stranieri crolla il lusso
Turisti stranieri quasi assenti in Italia. Una mancata spesa di circa 13 miliardi di euro, solo nei mesi di luglio-agosto e settembre, precisamente conti alla mano 13 miliardi e 734 milioni di euro. È la stima Confcommercio, secondo i cui calcoli si registra quasi l’80% in meno di presenze negli hotel a 5 stelle. In particolare, mancano all’appello soprattutto i turisti stranieri (-91,2%) che per le strutture di alta gamma costituiscono la componente principale della domanda. I principali habitués degli alberghi di lusso, secondo Federalberghi–Confcommercio, provengono infatti da Stati Uniti, Giappone, Russia, Australia, Brasile e Cina. Tutti mercati chiusi da oltre 5 mesi durante i quali sono andati in fumo quasi 9 milioni di pernottamenti, circa il 40% dei flussi che questi paesi generano ogni anno verso gli alberghi a 5 stelle italiani. A soffrire di più, le città d’arte che con la loro alta percentuale di internazionalizzazione sono quelle che maggiormente richiamano i turisti del segmento lusso.
Federalberghi: "Bilancio deprimente. Preoccupa il futuro"
Il primo bilancio di queste vacanze è “deprimente” e “sottotono” per Federalbeghi: mare e montagna si aggirano intorno al 60% di occupazione contro il 90% dello scorso anno, mentre si registra un vero e proprio “crollo” per le città d’arte e di conseguenza per il settore del lusso, con solo il 20% di lavoro. Il presidente di Federlaberghi, Bernabo’ Bocca, in un colloqui con l'AGI si dice molto preoccupato anche per il futuro. “Il 2020 è un anno perso - sottolinea - non ci si aspettano numeri diversi nelle città d’arte anche per settembre. Ero molto ottimista sul 2021, ma i nostri rappresentanti americani dicono che se ne parlerà solo nel secondo semestre dell’anno”, spiega. Il mercato italiano, prosegue Bocca, "ha risposto alle aspettative nei numeri che poteva permettersi e nelle destinazioni che ci aspettavamo. Il mercato straniero è stato di piccoli numeri".
Sib, partenza ritardata e -40% presenze in spiaggia
“L’estate è partita tardi e abbiamo aperto gli stabilimenti balneari a metà giugno in molte Regioni", premette in un’intervista all’AGI, Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari Fipe-Confcommercio. E osserva: "C’è stata una presenza elevata durante il weekend e in settimana un calo consistente del 40-50% fino alla settimana scorsa. In questa settimana di Ferragosto vediamo una presenza elevata anche durante la settimana. C’è oltre alla paura del futuro e del contagio, un concentrarsi delle presenze solo in determinate giornate”. Questo, prosegue, “ha reso la stagione estremamente vulnerabile anche perché quest’anno le condizioni meteo non sono state favorevoli per cui in molte realtà quando c’era brutto tempo saltava l’incasso dell’intera settimana. Moltissimi, non voglio dire la quasi totalità, pendolari - dice ancora - e presenze ricettive limitate a due o tre giorni: molto molto brevi. Poche presenze e molti arrivi".
Assolbalneari, tutti al mare. Ma solo il 15 agosto
L'atteso pienone di agosto sulle spiagge italiane non c'è. E non ci sarà. Se non limitato al Ferragosto, la classica giornata della gita fuori porta che spesso ha come meta proprio il mare. È quanto afferma Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, associazione che aderisce a Federturismo Confindustria e conta oltre 6.000 imprese balneari, che in un colloquio all'AGI spiega: "Parlare di ripresa del turismo in spiaggia ad agosto è un'espressione molto sopra le righe. Diciamo che in questi giorni c'è sicuramente un maggiore afflusso di persone sulle spiagge perché siamo nel periodo canonico delle vacanze al mare, ma il famoso 'pienone' ci sarà probabilmente solo nel giorno di Ferragosto".
Il bilancio di questi primi dieci giorni d'agosto non è quindi positivo: "C'è stata una grande aspettativa ma i dati ci dicono che non sono andati granché - sottolinea Licordari - il calo d'afflusso è stato almeno del 30 per cento rispetto all'anno scorso". La gente - è la riflessione - deve fare i conti con quello che ha in tasca: quello che non è stato guadagnato negli ultimi mesi, i risparmi spesso in parte già usurati e l'incertezza sul domani sono fattori che 'frenano' le vacanze e la possibilità di spendere soldi". Un chiaro segnale è il calo dei consumi in spiaggia: "Ne vediamo di tutti i colori - racconta Licordari - gente che parte da casa con la bottiglia dell'acqua congelata pur di non comprarla al bar del lido, persone che arrivano in spiaggia con trolley carichi di tutti i generi di conforto. Viene da pensare che se uno potesse si porterebbe anche la macchinetta del caffè". E aggiunge: "Noi capiamo la situazione e vediamo che la gente fa come può. Ce ne siamo fatti una ragione".