AGI - Amici, colleghi giornalisti, tanti rappresentanti delle istituzioni, ma anche comuni cittadini hanno partecipato ai funerali di Sergio Zavoli presso la Chiesa di San Salvatore in Lauro, alle spalle di via dei Coronari, nel centro storico della capitale. Un lungo e commosso applauso ha salutato il feretro all'uscita della Chiesa accompagnato dalla moglie Alessandra Chello e dalla figlia Valentina. Zavoli sarà tumulato a Rimini dove è sepolto il suo grande amico, Federico Fellini.
E' stato don Carlo Brezza, amico e ultimo confessore di Zavoli, a raccontare nel corso dell'omelia che la volontà di essere sepolto a Rimini era stata espressa prima di morire da Zavoli alla sua affezionata badante. "Dio era il centro delle nostre conversazioni - ha detto don Carlo - mi diceva spesso 'credo di crederee'. Caro Sergio, tu avevi la bellezza, la giustizia, il bene e il vero. Sono sicuro che il Signore ti avrà accolto con la tua umanità". Tante le personalità che hanno partecipato alla funzione religiosa: dai personaggi dello spettacolo come Renzo Arbore e Michele Mirabella, a rappresentanti della RAI come l'ad Fabrizio Salini e l'ex presidente Monica Maggioni. In rappresentanza del giornalismo erano presenti il presidente della Fnsi, Beppe Giulietti e il presidente dell'Ordine del Lazio, Paola Spadari, dove Zavoli era iscritto sin dal 1952. Tra i partecipanti ai funerali anche Walter Veltroni, Anna Finocchiaro, Maria Elena Boschi, Gianni Letta, Marco Folini, Luigi Zanda, Franco Carraro, Valeria Fedeli. Alle esequie ha partecipato anche il sindaco di Rimini con fascia tricolore, Andrea Gnassi.
Sulla piazza accanto alla Chiesa di San Salvatore in Lauro era stato allestito un maxi schermo dove è stato possibile seguire l'intera funzione da parte di chi non è potuto entrare a causa delle restrizioni dovute alla pandemia Covid 19. "Di Zavoli mi colpiva la sua grande sensibilità per le periferie - ha detto padre Giulio Albanese, giornalista e missionario dei Camboniani - mi diceva spesso che oggi c'è un deficit di informazione che causa l'affermarsi dei populismi. Diceva che occorre educare le coscienze poichè l'informazione è la prima forma di solidarietà". "Sapeva raccontare tutti - ha detto l'ex presidente della RAI Monica Maggioni - con la stessa profondità e ironia, senza ergersi a giudice della realtà ma solo un raccontatore della realtà.