AGI - “Il primo impatto emotivo è stato molto forte, uno scenario quasi di guerra. Una situazione molto diversa da quella di un terremoto o di un’alluvione anche se il nostro approccio resta sempre lo stesso. Siamo qui per aiutare”. Alberto Boanini, uno dei 14 vigili del fuoco italiani chiamati ad assicurare supporto tecnico sul fronte del rischio chimico e a valutare la stabilità delle strutture danneggiate dopo l’esplosione che ha devastato Beirut, parla con l’AGI della missione affidata alla nostra speciale task force.
“Siamo arrivati ieri mattina – spiega – e siamo già operativi, pronti ad inserirci nel sistema locale e ad assolvere eventuali compiti specifici che ci verranno assegnati. Quella del Nucleo Nbcr (Nucleare, biologico, chimico e radiologico, ndr) è una skill specifica, che pochi altri hanno nel meccanismo europeo di protezione civile che ha raccolto la richiesta di aiuto del governo libanese ma qui in città ci sono altri team altamente specializzati (nell’Urban search and rescue, ad esempio, ndr) provenienti da Germania, Francia, Polonia, Russia, Olanda, Repubblica Ceca, Grecia, Qatar ed altri ne sono attesi nei prossimi giorni. Lavoreremo in stretto coordinamento con tutti”.
“Nella prima ricognizione fatta stamattina – racconta Boanini, della direzione regionale della Toscana, qui membro dello staff del team leader – abbiamo avuto conferma di danni ingenti: l’esplosione ha colpito un’area tutto sommato limitata ma ha fatto molto male ad un Paese che si trova di per sé in una situazione decisamente critica, con un tessuto sociale al limite della crisi, un serio problema di smaltimento dei rifiuti e cambi di valute straniere da capogiro”.
Una delle prime preoccupazioni, la presenza di pericoli di origine chimica per la popolazione e per gli stessi soccorritori, sembra per fortuna sfumare: “Per ora non abbiamo notizie di criticità – assicura Boanini - ma naturalmente siamo pronti in caso di alert ad adottare tutte le procedure del caso. Per fortuna possiamo disporre di una strumentistica molto avanzata, in grado di fare sofisticate analisi qualitative e quantitative dell’acqua e dell’aria”.
Notizie positive anche dal contatto con la gente: “Ci hanno accolti molto bene, la popolazione è molto affettuosa e, cosa non trascurabile di questi tempi, estremamente disciplinata nel seguire le norme di contenimento del contagio da Covid 19”. La pandemia ha colpito duramente il Libano e certo non favorisce i soccorsi, “ma noi lavoriamo in doppia sicurezza con tutti i dispositivi di protezione individuale, sul campo e negli spostamenti logistici, e nel rispetto delle regole base cui ci siamo abituati in Italia come il distanziamento, il rilevamento della temperatura corporea, il frequente lavaggio delle mani”.