AGI - L'arcobaleno sul nuovo ponte San Giorgio prima delle Frecce Tricolori. L'immagine di un'Italia che "si rialza da Genova", per usare le parole di Giuseppe Conte, arriva poco prima di Sergio Mattarella. Il sole dopo la pioggia fa spuntare un arcobaleno sulla vallata alle spalle del viadotto che sorge al posto del ponte Morandi. E appare a tutti i partecipanti come un segnale di speranza in una cerimonia sobria e breve, divisa tra senso di rinascita e lutto, e in cui la ferita delle 43 vittime di quel crollo è ancora aperta. Il comitato dei familiari ha preferito declinare l'invito a salire sul ponte.
Prima della cerimonia alcuni di loro incontrano in prefettura il presidente della Repubblica. "Vi ringrazio per questo incontro, ci tenevo molto ad incontrarvi. La ferita non si rimargina, il dolore non si dimentica e la solidarietà non viene meno in alcun modo", scandisce il capo dello Stato.
"Le responsabilità non sono mai generiche"
"Condivido la vostra scelta di vederci in prefettura e non sul Ponte, non perché il nuovo Ponte per la città non sia importante ma perché è una occasione di raccolta e non di frastuono. È essenziale aprire il nuovo ponte per la città, ma questo ponte non cancella quanto avvenuto", aggiunge Mattarella, il quale tiene a precisare che "le responsabilità non sono generiche, hanno sempre un nome e un cognome, sono sempre frutto di azioni o di omissioni" e che "è importante ci sia un'azione severa e rigorosa di accertamento delle responsabilita'".
Il presidente della Repubblica arriva per ultimo sul ponte. E con lui il sole che ferma la pioggia battente che aveva costretto gli ospiti, giunti prima di lui, a rifugiarsi sotto il tendone sistemato a copertura del piccolo palco. Presenti le massime cariche dello Stato - i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, la presidente dalla Corte costituzionale Marta Cartabia - oltre a Conte e diversi esponenti del suo governo, i ministri Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede, Paola De Micheli. Presenti anche alcuni ex, come Danilo Toninelli, oltre al cardinale Angelo Bagnasco, l'attuale arcivescovo di Genova, Marco Tasca, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, il capo della Polizia, Franco Gabrielli, e i 'padroni di casa', il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. E proprio Bucci, accogliendo Mattarella e Conte, fa loro dono di una mascherina bianca con cucito la croce rossa della bandiera genovese di San Giorgio, che il presidente del Consiglio deciderà di indossare subito.
Quei 43 nomi
Dopo l'inno di Mameli, la cerimonia si apre con la lettura dei 43 nomi e cognomi delle vittime e dei loro luoghi di provenienza, che non sembra terminare più, seguita dalle note struggenti del silenzio e da un minuto di raccoglimento. Parlano Bucci e Toti: entrambi chiedono che una tragedia del genere "non accada mai più".
Il sindaco, pur fiero della nuova opera, garantisce che "Genova non dimenticherà mai" e che starà "sempre vicino ai familiari delle vittime". Poi è il turno di Renzo Piano, dalla cui voce, a tratti flebile, arriva l'intervento più bello e appassionato.
"È stato il più bel cantiere che ho avuto in vita mia. È stato straordinario", confessa il senatore a vita. "Siamo sospesi tra il cordoglio della tragedia e l'orgoglio di aver costruito il ponte. Non credo che si debba parlare di miracolo: semplicemente è stato che il Paese ha mostrato una parte buona", aggiunge. "Costruire un ponte è un gesto di pace. Io auguro a questo ponte di essere amato, adottato, non è facile essere erede di una tragedia. E credo che sarà amato, perché è semplice e forte come questa città". "Vorrei che questo ponte fosse visto di ferro e arie, costruito in acciaio e forgiato nel vento. Tutto qua, adesso il ponte e' vostro. Lunga vita al ponte San Giorgio", conclude.
Conte cita Calamandrei
Poi è la volta di Conte. Il presidente del Consiglio non risparmia critiche ad Aspi. "Il governo ha ritenuto doveroso promuovere e condurre il complesso procedimento di contestazione degli adempimenti che hanno causato il crollo del ponte. Di recente questo procedimento si è concluso con l'accordo di ridefinire i termini della concessione, di riportare in equilibrio giuridico ed economico l'originario rapporto concessorio, con la possibilità di garantire con più efficacia gli investimenti, di garantire maggiore sicurezza", ricorda.
"Stiamo lavorando per ridefinire la governance della società concessoria. Il nostro obiettivo fondamentale è stato sempre e sarà quello di tutelare l'interesse pubblico che non è stato adeguatamente garantito dalla struttura regolativa della precedente concessione".
"Oggi Genova riparte forte della sua operosità, come ha fatto in tanti momenti della sua storia, confidando nella forza del lavoro. Mostra un Paese che, a dispetto degli stereotipi, sa rialzarsi, che sa tornare a correre", rivendica Conte.
Il premier poi cita Piero Calamandrei che fondò la rivista 'IL Ponte', nel 1945. "L' uomo che torna ad attraversare il ponte è l'immagine della vita che riprende il suo corso, per dirlo con le parole di Calamandrei, della 'ritrovata unita' morale dopo un periodo di profonda crisi'. Anche questo ponte 'Genova San Giorgio' ha questa funzione: creare una nuova unita' dopo la profonda frattura determinata dal tragico crollo del 14 agosto 2018", sottolinea.
Il saluto agli operai
È quindi il momento del taglio del nastro: all'opera Conte, con la fianco Bucci e Toti. Subito dopo partono le Frecce Tricolori a dipingere il cielo dei colori della bandiera italiana e di Genova. Suonano le campane della chiesa di Coronata e le sirene delle navi in porto, mentre al largo davanti al porto, a rendere omaggio al nuovo ponte era ormeggiata la nave scuola della Marina, la Amerigo Vespucci.
Dopo la benedizione di monsignor Tasca, breve passeggiata a piedi di Mattarella e Conte. Il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio si fermano anche per un saluto agli operai che hanno lavorato alla costruzione del viadotto di 1.067 metri che riunisce le due sponde della Valpolcevera. Il capo dello Stato firma qualche casco. Conte si ferma brevemente. "Vi ringrazio e vi faccio un applauso", dice, rivolto alle maestranze, che ricambiano l'applauso.