AGI - La famiglia di Emanuela Orlandi, la quindicenne figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, scomparsa misteriosamente il 22 giugno 1983, ha deciso di fare esaminare alcuni frammenti ossei che erano stati trovati all'interno del cimitero Teutonico in Vaticano. Il legale della famiglia, Laura Sgrò, all'AGI spiega che si tratta di "58 campioni che il Vaticano non aveva ritenuto di analizzare".
"Riteniamo opportuno portare a termine gli esami - continua Sgrò -. Di certo non possiamo accontentarci di una valutazione fatta esclusivamente in modo visivo". I 58 campioni saranno quindi analizzato in un laboratorio: "Ci sarà l'analisi del Carbone 14 e poi, se ci saranno le condizioni, l'esame del Dna", prosegue Sgro' che ipotizza per settembre gli esiti delle analisi.
La Santa Sede, su richiesta della famiglia Orlandi, aveva disposto l'apertura di due tombe all'interno del cimitero Teutonico, l'11 luglio del 2019 e nell'aprile di quest'anno aveva poi archiviato il procedimento perché le verifiche sui reperti trovati erano risultati databili a epoca anteriore alla scomparsa della ragazza. Il provvedimento di archiviazione però lasciava alla famiglia Orlandi di procedere, privatamente, a eventuali ulteriori accertamenti su alcuni frammenti già repertati e custoditi, in contenitori sigillati, presso la Gendarmeria.
Frammenti che erano stati sottoposti solo ad analisi visiva. Le operazioni sono seguite dal perito di parte, il genetista Giorgio Portera. Le analisi saranno eseguite presso il laboratorio Toma Lab di Busto Arsizio per la parte genetica, e presso il Cedad dell'Università del Salento per la datazione tramite radiocarbonio.