AGI - Tre dipendenti (2 uomini e una donna) dell'Agenzia delle Entrate (Ufficio Provinciale del Territorio di Milano), sono stati messi agli arresti domiciliari perché ritenuti responsabili - a vario titolo - di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e abuso d'ufficio. La misura è stata eseguita dai carabinieri tra le province di Milano e Como, dopo un'indagine coordinata dal pm Giovanni Polizzi e dall'Aggiunto Laura Pedio.
L'indagine è stata condotta dal Nucleo Investigativo di Milano con la cooperazione, in alcune fasi, della Direzione Audit dell'Agenzia delle Entrate e ha avuto origine da alcune dichiarazioni spontanee raccolte nel gennaio 2017 da due dipendenti pubblici in merito a presunte condotte illecite da parte di alcuni loro colleghi nel rilasciare visure e certificati aggirando le procedure interne dell'Agenzia, così favorendo alcuni professionisti del settore, cosiddetti visuristi, in cambio di utilità.
È stato accertato, in quest'ottica, il coinvolgimento di 29 "visuristi" denunciati in quanto concorrenti nell'attività illecita e di altri 2 dipendenti dell'Ufficio Provinciale del Territorio (fra cui l'ex Conservatore, oggi in pensione), contestualmente indagati per abuso d'ufficio. L'attività investigativa ha documentato come i pubblici ufficiali indagati, nel periodo monitorato (fra febbraio e giugno 2018), dopo un contatto telefonico, incontrassero di nascosto i "visuristi" correi all'interno del plesso pubblico o nelle immediate vicinanze dello stesso per consegnare loro copie di atti e certificati ipotecari o catastali estratti in violazione delle procedure previste, consentendo ai professionisti di omettere il versamento delle tasse prescritte, in cambio di un compenso in denaro contante.
In altri casi, i dipendenti pubblici effettuavano, per conto dei professionisti e dietro compenso, attività di consulenza con la redazione di pratiche estranee ai loro compiti, svolte in orario di servizio e utilizzando la documentazione d'Ufficio in palese violazione delle norme di legge e regolamentari. La frequenza giornaliera delle illecite cessioni documentali e delle illegittime attività extraprofessionali consente di effettuare, allo stato, una stima approssimativa del danno erariale complessivo di alcune decine di migliaia di euro, per quanto concerne i fatti oggetto di contestazione.