AGI - Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che allo stato non risulta indagato, potrebbe aver avuto un “ruolo attivo” nel tentare di trasformare in una donazione la fornitura dei camici da parte della Dama SpA, società amministrata da suo cognato Andrea Dini, alla Regione Lombardia, in piena pandemia da coronavirus. E’ su questo che si concentrano le indagini in corso in procura a Milano, dopo che ieri sono stati acquisiti documenti e che oggi per 7 ore è stata ascoltata la direttrice degli acquisti di Aria Spa (la società che gestisce le forniture della Regione), Carmen Schweigl.
Durante l’audizione come teste i pm Carlo Scalas, Paolo Filippini e Luigi Furno, hanno analizzato insieme alla dirigente molti documenti, tra cui le note di credito che traccerebbero l’acquisto dei camici. Dopo che un’inchiesta giornalistica di Report aveva portato alla luce la vicenda, il governatore avrebbe tentato - nell’ipotesi dei pm - di far modificare l’ordine di acquisto per una donazione da parte della società in cui anche la moglie ha una quota del 10 per cento. Sono iscritti come indagati al momento il cognato Dini e il dg di Aria, Filippo Bongiovanni.
Dopo la diffusione delle prime notizie sull'inchiesta, il governatore Fontana aveva detto: “Non sapevo nulla della procedura attivata da Aria Spa e non sono intervenuto in nessun modo”, Il presidente si era detto in questo modo fin da subito estraneo alla vicenda, sostenendo di non sapere della donazione.