Polemica per la gestione ad Aspi del Ponte di Genova. Conte: "Chiudo la procedura di revoca"
AGI - Il nuovo ponte di Genova torna ad essere un caso, con le opposizioni che alzano una vera bufera sul Movimento 5 Stelle. Da M5s arriva subito la risposta dello staff maggiore, che replica: "noi, sulla revoca della concessione ai Benetton, non arretriamo".
Al centro della polemica la lettera con cui il ministero delle Infrastrutture, guidato da Paola De Micheli, annuncia di rispettare la convenzione con Aspi, unica strada per rendere subito percorribile il viadotto. Ma è il premier, Giuseppe Conte, a gettare acqua sul fuoco nella discussione e annuncia: "Chiudero' la procedura in settimana", annuncia.
Sottolinea di "sottoscrivere la dichiarazione della presidente del comitato delle vittime del ponte Morandi". Il presidente del Consiglio aggiunge: "Finché resta la concessione ad Aspi, il ponte deve essere gestito da Aspi".
A sparare ad alzo zero contro il Movimento, che per due anni, viene sottolineato, dopo il crollo del Morandi ha perseguito la strada della 'cacciata' dei Benetton è, innanzitutto, il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ma certo, né Salvini, né Forza Italia fanno passare sotto silenzio la vicenda. Anzi, puntano il dito sul largo raggio, denunciando la rissa in corso fra Pd e M5s, alleati di governo.
"Due anni di latrati, ringhiare, stridore di denti, tintinnare di manette e minacce hanno prodotto quello che si immaginava fin dall'inizio: la concessione autostradale e' ancora li', gli investimenti non sono stati fatti, i controlli sono partiti in ritardo e il ponte viene restituito a chi ha ancora la concessione nonostante i vaniloqui di questo governo a vario titolo e in vario modo", sottolinea Toti.
Le reazioni politiche
"Confermata la concessione ad Autostrade? Cosa non si fa per salvare la poltrona, 5 stelle ridicoli e bugiardi, due anni di menzogne e tempo perso: colpa di Salvini anche questo?", scrive il leader della Lega, Matteo Salvini, e accusa Pd e M5s, di essere "incapaci" al potere.
Da Gelmini, capogruppo FI alla Camera, arriva una domanda: "Cosa dicono i vari Di Maio, Di Battista, Toninelli, e compagnia cantante? Hanno bloccato il Paese per due anni senza alcun motivo ed oggi ingoiano, in silenzio, questa decisione solo per amor di poltrona".
Ma subito arriva, dal Movimento, il fuoco di fila delle risposte, a partire dal capo politico,Vito Crimi e dal capo delegazione al governo, il Guardasigilli, Alfonso Bonafede: "Il ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il Movimento 5 stelle non arretra di un millimetro", ribadisce Crimi.
"Sulla concessione delle autostrade il governo ha lavorato senza sosta. Dopo aver raggiunto un risultato importantissimo, con il nuovo ponte Morandi costruito in meno di due anni, adesso è arrivato il momento di decidere, possibilmente entro questa settimana", è la posizione di Bonafede, e capo delegazione del Movimento 5 Stelle in un giro di telefonate fatte stamane.
Non meno fermo il viceministro al Mise, Stefano Buffagni: "Rinviare non significa risolvere i problemi! Il conto, salato, alla fine si paga sempre". E ancora: "I cittadini ci hanno eletto per cambiare e decidere e non per avere l'anime triste di coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo. Non In Mio Nome. Via i Benetton", aggiunge, citando gli ignavi di Dante.
Intanto dal Partito Democratico arriva la presa di posizione dei Dem con una dichiarazione di Chiara Braga, responsabile Ambiente: "Continuiamo a sollecitare una decisione da parte del Governo che, dopo il lavoro istruttorio già consegnato dal Ministero dei Trasporti, deve avvenire nel breve tempo possibile considerando che sono trascorsi ormai quasi due anni dal crollo del ponte di Genova e siamo alla vigilia del completamento della nuova struttura che, per il momento, è stata affidata temporaneamente all'attuale concessionario come atto dovuto ai sensi della legge".