AGI - Da oltre un mese sulle autostrade della Liguria, specialmente sul nodo genovese, regna il caos. Colpa dei molteplici cantieri di messa in sicurezza delle gallerie disseminati lungo A7, A12, A26, A10. Il piano di interventi, che ha subito una modifica e un’accelerata da fine maggio, dopo le nuove modalità indicate dal Mit ad Aspi, ha affossato - di fatto - la possibilità di muoversi nella regione.
Ogni notte, le squadre di tecnici e operai di Autostrade per l’Italia effettuano controlli approfonditi sulle gallerie. Quando emergono criticità tali da creare pericoli, si attiva la procedura di emergenza: così, alle 6 del mattino, invece di riaprire al traffico, la galleria controllata si mantiene chiusa, lavorando per risolvere il problema.
Le mancate o ritardate riaperture, i restringimenti di carreggiata, le deviazioni, creano però serpentoni d’auto che in alcuni casi, e con sempre maggior frequenza, superano i 10 km con picchi di 20 e mandano in tilt anche la viabilità urbana. Questo si traduce in ore in auto per spostarsi da una zona all’altra della regione o, addirittura della città.
Consumatori sul piede di guerra
E su questo le associazioni dei consumatori della Liguria hanno iniziato a far sentire la propria voce: dopo la lettera inviata ad inizio giugno a Palazzo Chigi, Regione Liguria, Mit, Aspi per chiedere una revisione del piano d’interventi, stanno ora predisponendo un’azione legale che verrà intrapresa proprio entro la fine del mese.
Lo dice all’AGI Furio Truzzi, presidente di Assoutenti Liguria: “Siamo stufi di essere ostaggio di questa situazione. Va bene il declassamento di alcuni caselli e l’esenzione del pedaggio, ci mancherebbe non l’avessero fatto: ma noi stiamo valutando con il nostro pool di legali quale sia l’azione giuridicamente più valida, o una class action o un’azione seriale, per chiedere un indennizzo o un risarcimento del tempo rubato dalla conduzione di questo delirio - dice - C’è del dolo nell’aver costruito questo sistema di assoluta impossibilità di mobilità sulle autostrade liguri, non sta a noi stabilirlo". "Ma dolo, colpa grave o colpa che sia - sottolinea Truzzi - dal punto di vista civilistico ci sono tutti gli elementi per chiedere al gestore delle opere un risarcimento: da un minimo di 100 a 200 - 300 euro in base alle ore che si è rimasti bloccati. Stiamo studiando delle fasce e abbiamo stimato 100 euro per ogni ora persa in coda. Sono poca cosa, ma stiamo lavorando per intraprendere entro il mese di luglio questa azione”.
Assoutenti, e con lei le altre associazioni di consumatori “unite e compatte” in Liguria si stanno muovendo su più fronti: si sta ad esempio raccogliendo anche materiale sulle modalità di esecuzione degli interventi di messa in sicurezza delle gallerie, spiega Truzzi: “Stiamo predisponendo un esposto alla procura della Repubblica, in via cautelativa, perché voci attendibili ci hanno riferito che la manutenzione in corso lasci un po’ a desiderare - dice - Sono voci, ma starà alla magistratura verificare che la sanificazione di queste gallerie sia fatta a regola d’arte, una volta per tutte. Oppure tra un anno e mezzo siamo di nuovo daccapo”. Quel che rileva il presidente di Assoutenti Liguria è che “la cosa più grave è questa assoluta inazione”: nella lettera inviata ad inizio giugno, si chiedeva infatti di rivedere il piano di lavori, “rinviando quel che si può rinviare ad altri momenti della stagione e pianificando i lavori h24 e 7 giorni su 7, galleria dopo galleria - evidenzia Truzzi - Di cantiere deve essercene uno solo che si muove, non 20 o 30 quanti sono ora. Insomma, abbiamo chiesto un cambio totale di gestione dell’affaire”.
Ma la situazione al momento non è cambiata: “Il gioco pesante - aggiunge Truzzi - è sulla pelle di chi vive le autostrade quotidianamente. Lo sanno anche le pietre che dietro ad un certo tipo di conduzione dei lavori c’è il braccio di ferro tra governo e Aspi”. Sono tantissime intanto le richieste di aiuto degli utenti pervenute all’associazione: “Tra mail, telefonate, neonati comitati, siamo oltre alcune migliaia. Ci auguriamo che come i 300 di Leonida, ci siano i 5mila-10 mila di Genova che riaffermino il sacrosanto principio che chi rompe paga: quindi chi ha rotto la viabilità in Liguria deve pagare”. Per i non liguri che si sono trovati nella “tempesta perfetta” della viabilità autostradale della regione, conclude Truzzi, “abbiamo una mail nessunoescluso@assoutenti.it che è la nostra e-mail di primo soccorso ed è a disposizione di tutti”.