AGI - Si sperava che quello di oggi fosse finalmente un incontro proficuo e invece nessun passo avanti c'è stato nel vertice tenutosi in videoconferenza tra i magistrati italiani e quelli egiziani sull'inchiesta per l'omicidio di Giulio Regeni. I genitori del ricercatore friuliano ucciso nel 2016 al Cairo hanno espresso in una nota la loro delusione: "Il tempo della pazienza e della fiducia è ormai scaduto. Chi sosteneva che la migliore strategia nei confronti degli egiziani per ottenere verità fosse quella della condiscendenza, chi pensava che fare affari, vendere armi e navi di guerra, stringere mani e guardare negli occhi gli interlocutori egiziani fosse funzionale ad ottenere collaborazione giudiziaria, oggi sa di aver fallito. Richiamare l'ambasciatore oggi è l'unica strada percorribile. Non solo per ottenere giustizia per Giulio e tutti gli altri Giuli, ma per salvare la dignità del nostro paese e di chi lo governa".
Assistiti dal legale Alessandra Ballerini, Paola e Claudio Regeni hanno sottolineato che "gli egiziani non hanno fornito una sola risposta alla rogatoria italiana sebbene siano passati ormai 14 mesi dalle richieste dei nostri magistrati e addirittura si sono permessi di formulare istanze investigative sull'attività di Giulio in Egitto".
La Procura di Roma ha fatto sapere al termine dell'incontro, durato circa un'ora di aver "insistito sulla necessità di avere riscontro concreto, in tempi brevi, alla rogatoria avanzata nell'aprile del 2019 ed in particolare in ordine all'elezione di domicilio da parte degli indagati, alla presenza e alle dichiarazioni rese da uno degli indagati in Kenya nell'agosto del 2017".
Oggi si è appreso che i pm romani hanno chiesto alle autorità egiziane di "mettere a fuoco il ruolo di altri soggetti della National Security che risultano in stretti rapporti con gli attuali cinque indagati".
La risposta non è stata quella auspicata. "Il procuratore generale egiziano Hamada Elsawy - spiegano i magistrati romani - ha assicurato che, sulla base del principio di reciprocità, le richieste avanzate dalla procura di Roma sono allo studio per la formulazione delle relative risposte alla luce della legislazione egiziana vigente". Di contro il procuratore Elsawy "ha formulato alcune richieste investigative finalizzate a meglio delineare l'attività di Giulio Regeni in Egitto".