Alla fine i centri sociali li paragona ai clan, perché "evidentemente alla camorra dà fastidio che qualcuno parli di legalità", e spera in una "condanna unanime", anche esplicita da parte del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, alle 18 inizia a Mondragone un mini-tour nella zona dove un focolaio del coronavirus è diventato giorni fa anche epicentro di tensioni sociali e contrapposizioni tra una comunità bulgara che vive di sommerso e di giornate nei campi e una parte di quella italiana, già provata dal lockdown e timorosa per la precaria ripresa delle attività turistiche che, con il caseario, sono l'unica fonte di reddito della collettività.
Ma il comizio al gazebo allestito ai confini della zona rossa dei Palazzi Cirio, dove i Covid positivi sono in quarantena, non si fa. Ci sono invece tre cariche di alleggerimento, momenti di forte tensione, contestazioni, manganellate e un ferito. I manifestanti sono un centinaio, tra cui esponenti dei centri sociali, molti arrivati da Napoli, che, a ridosso del gazebo, fischiano, lanciando acqua verso Salvini e i rappresentanti locali della Lega e mettono fuori uso l'impianto audio allestito per il comizio.
Per questo motivo, dopo pochi secondi dall'inizio del suo intervento pubblico, Salvini deve fermarsi, limitandosi a parlare con la stampa prima di andare via. Diversi gli striscioni esposti dai contestatori, uno anche vicino al lido dove Salvini è atteso per il secondo appuntamento, saltato in seguito alle tensioni. Tra gli slogan più ricorrenti 'Mondragone non si Lega' e 'Salvini vattene', mentre un altro recita 'Sei contro terroni, neri e zingari: perché vieni qui?".
Commenti anche da Roberto Saviano, su Fanpage.it: "Dovresti chiedere perdono per come hai gestito da ministro - dice, rivolto a Salvini - l'emergenza migranti, per come hai messo gli uni contro gli altri, per come hai acceso gli animi per puro tornaconto elettorale".
"Saviano va lasciato perdere. Lui è dello stesso tipo di quella gente che impedisce al prossimo di parlare", ribatte il leader della Lega parlando con i giornalisti.
"Non siamo riusciti a parlare con tutte le persone che erano qua, perché i soliti delinquenti dei centri sociali si sono avvicinati fino a un metro dal gazebo della Lega", si sfoga Salvini in diretta Facebook.
"C'erano tanti bambini e ragazzini che hanno rischiato di finire male. Non è normale. Il problema in questa zona è un problema di camorra. Ma vi sembra normale che qualcuno, al di là dell'idea politica, potrebbe essere anche Renzi, Conte e Zingaretti, venga interrotto con la violenza, con il lancio bottiglie e sassi interrompendo l'elettricità? Mi fanno pena, non mi fanno paura. Mi fanno un misto di pena e di schifo", rincara la dose, prima di andare alla cena con i rappresentanti della Lega nel territorio a Santa Maria Capua Vetere.
Domani il capo di via Bellerio riproverà a tornare Mondragone: ha appuntamento alle 9 in un caffè della cittadina del litorale domitio. Intanto bolla i contestatori come "vigliacchi, codardi, teppisti, mentecatti, figli di papà mantenuti che non hanno problemi di lavoro", "magari qualcuno anche pagato dalla camorra per fare casino".
"Nessuno mi toglie l'idea che ci sia la malavita dietro", insiste. Nella giornata, Salvini incassa il 'passo di lato' di Armando Cesaro, figlio di Luigi, che non si ricandida in Forza Italia al consiglio regionale. "La cosa importante è la squadra e le liste pulite. Va bene cosi' - dice ai cronisti - lavoriamo con questa squadra per vincere e mandare a casa De Luca, con le ipotesi non si costruisce nulla".
E liquida il governo in poche battute: "È da tre mesi che fanno aperture a parole - dice - sulla cassa integrazione e sul dl liquidità non ci hanno ascoltato e si è visto come è finita. Speriamo che ci ascoltino. è quattro mesi che facciamo proposte: riceviamo se va bene il silenzio se no pernacchie. Non fa un dispetto a Salvini ma al Paese".