AGI - Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha ricevuto un avviso di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla gara regionale per l'affidamento del trasporto pubblico toscano. Lo stesso Rossi lo ha confermato in un post sul suo profilo Facebook dopo che la notizia è stata pubblicata su alcuni quotidiani. Tra le ipotesi della Procura quella di turbativa d'asta. "Le accuse sono infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni".
Sull'appalto, dal valore di 4 miliardi di euro e vinto da Autolinee Toscane, parte del gruppo francese Ratp, la Procura ha aperto un'inchiesta dopo gli esposti presentati dal gruppo uscito sconfitto, il consorzio Mobit. Rossi è indagato, insieme a funzionari regionali dei trasporti e ai membri della commissione aggiudicatrice, per un'intervista rilasciata nel 2015 in cui commentava l'aggiudicazione ad Autolinee Toscane mentre la gara era ancora in corso.
Il presidente della Regione passa subito all'attacco di Autolinee Toscane: "Questa associazione di imprese non solo ha strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi, facendo così ritardare il contratto con l'impresa vincente e quindi la partenza del servizio ma, come ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure, ha fatto anche un esposto alla procura mettendo sotto accusa oltre a me, l'intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità".
"Per quanto mi riguarda - scrive sui social il presidente - l'accusa è di avere rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull'esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale. In realtà, coloro che hanno presentato l'esposto nascondono il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio e che la stampa e le agenzie nazionali l'avevano ampiamente riportata, poiché la seduta della commissione per l'apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato".
Per Rossi "la cosa più vergognosa e triste di questa vicenda è che con la strumentalizzazione della giustizia amministrativa e ora persino di quella penale si è sviluppato un contenzioso che ha ritardato di almeno 4 anni la partenza del nuovo servizio di trasporto pubblico locale, provocando un danno alle casse regionale di due milioni di euro per ogni mese, e impedendo ai cittadini di beneficiare da anni di un trasporto pubblico locale moderno e con autobus nuovi".
"L'ultima sentenza di questi giorni del Consiglio di Stato - ha aggiunto il presidente - conferma che la gara è stata gestita correttamente e ci sollecita infatti a procedere alla conclusione dell'affidamento del servizio con la stipula del contratto con il vincitore, rigettando la richiesta di sospensione degli atti regionali fatta dai perdenti e rinviando la discussione di merito".
"I cittadini Toscani - conclude Rossi - avranno il nuovo servizio di trasporto pubblico locale. Considero questo uno lasciti più importanti del mio impegno come presidente e ringrazio gli uomini e le donne della Regione che hanno lavorato con impegno, competenza e rigore per raggiungere questo obiettivo e che ora si sono visti recapitare come premio gli avvisi di garanzia".
L'indagine
Sono sette gli indagati dell'inchiesta della procura di Firenze. Oltre al governatore della Regione Toscana, ci sono due dirigenti della Regione che hanno partecipato all'iter del bando e i quattro membri della commissione aggiudicatrice. L'indagine, condotta dal sostituto procuratore Antonino Nastasi e dal procuratore aggiunto Luca Turco, è partita da un esposto presentato nel giugno del 2019 da 'Mobit' il consorzio formato da alcune imprese di trasporto su gomma toscane sconfitto da Autolinee Toscane, il soggetto, che fa capo ai francesi di Ratp, che si è aggiudicato l'appalto del valore di 4 miliardi di euro.
Prima dell'esposto in procura, Mobit ha fatto ricorso anche alla giustizia amministrativa: finora tutte le pronunce del Tar hanno dato ragione ad Autolinee Toscane e nei giorni scorsi anche il Consiglio di Stato ha rigettato la sospensiva richiesta prima della discussione nel merito del ricorso, prevista a ottobre.
La contestazione mossa dalla procura di Firenze nei confronti di Enrico Rossi è turbativa d'asta. In particolare, secondo i pm, avrebbe 'anticipato' in un'intervista del 13 novembre 2015 l'esito dell'aggiudicazione della gara del trasporto pubblico locale vinta da Autolinee Toscane.