AGI - Se in alcune regioni italiane diversi comuni hanno deciso di unirsi tra loro, nella periferia di Trapani è in corso l’allontanamento di otto frazioni per formarne uno e con un nome che arriva dall'arabo: "Misiliscemi, ovvero "Masil Escemmu", che indica "torrente o luogo elevato ove scorre l'acqua". Si chiamerà così l’ente, il cui inizio cominciò due anni fa con un referendum, che potrebbe presto allungare l’elenco delle 7904 amministrazioni sparse nelle varie regioni italiane.
L’iter è tuttora in corso, ma sembra ormai cosa fatta e questa settimana la prima commissione dell’Assemblea regionale siciliana affronterà il tema per definire i punti più delicati. Da anni gli abitanti delle frazioni denunciano l’assenza dei servizi primari, oltre che la mancanza di investimenti in opere e infrastrutture, tantomeno la presenza di uffici comunali, a fronte di un regolare pagamento delle tasse al comune di Trapani.
Si tratta di Fontanasalsa, Guarrato, Locogrande, Marausa, Palma, Pietretagliate, Rilievo e Salinagrande. Proprio da quest’ultima contrada negli anni scorsi arrivò uno dei primi segnali, con proteste piccate sulla presenza di un centro di accoglienza per richiedenti asilo, da tutti conosciuto come il Cara di Salinagrande. Le polemiche si concentrarono sui rifiuti presenti e sul lungo via vai di migranti che raggiungevano il centro della città, percorrendo quasi cinque chilometri a piedi.
Ma soprattutto su quelli che viaggiavano a bordo dell’unico autobus urbano che raggiungeva la zona. In fondo denunciavano la carenza di alcuni servizi essenziali, che andavano chiaramente rafforzati, oltre che l’assenza di marciapiedi e fognature.
Il territorio è grande circa 93 km quadrati e conta 8669 residenti: si estende nella zona meridionale dell’attuale città, da tempo meta estiva dei trapanesi, durante la quale triplicano le presenze. Nonostante ciò al referendum del 28 maggio 2018 gli abitanti residenti in altre zone della città hanno disertato le urne, mentre nelle frazioni si è raggiunto il 52,04%, centrando il quorum.
Si sarebbe dovuto votare anche il ballottaggio per le amministrative di Trapani, ma il candidato Giacomo Tranchida venne eletto al primo turno la settimana precedente. E quasi per ironia, ciclicamente in città viene riproposta l’ipotesi di una fusione con il comune di Erice, in una prospettiva da Grande città tanto discussa, ma mai applicata. Dall’associazione Misiliscemi, che si batte per l'obiettivo dal 2005, tengono a sottolineare che “non è una secessione, ma l’inizio di un nuovo cammino”.
Le piccole contrade da tempo sono unite da un 'fil rouge' culturale, di vecchia tradizione agricola e con una comunità consolidata. Dal dossier finanziario presentato agli uffici della Regione siciliana emerge che sono 12,1 i milioni di euro versati ogni anno al comune di Trapani, in cambio di meno dell’1% del gettito fiscale investito sul territorio.
Adesso bisognerà definire i dettagli di questa autonomia, dalla sede del palazzo del nuovo comune ai rapporti con l’amministrazione originaria, con particolare riguardo ai dipendenti che dovrebbero transitare da un ente all’altro. Un iter tuttora indefinito; poi, se tutto filerà liscio per i sostenitori del progetto, sarà il momento delle prime elezioni e Misiliscemi avrà il suo sindaco.