AGI - Gli italiani in quarantena hanno fatto meno sesso: è questo il primo dato emerso dalla ricerca presentata da Durex nell'ambito di un progetto in collaborazione con Anlaids, la prima associazione italiana nata nel 1985 per fermare la diffusione del virus HIV e dell'AIDS, in vista della creazione di una Task Force di esperti in ambito medico-scientifico che avranno il compito di trasmettere un messaggio di rottura rispetto alla normalità in fatto di abitudini sessuali tipiche del periodo precedente al lockdown, sensibilizzando la popolazione sul ruolo cruciale che gioca la prevenzione anche in questa sfera.
L'83% degli intervistati, infatti, ha confessato un generale calo del desiderio e della pratica sessuale durante il periodo di lockdown, con solo il 23% che ha invece sostenuto di aver mantenuto un livello di attività sessuale quasi uguale al periodo pre-quarantena.
Tra le principali motivazioni espresse a giustificazione di questo importante decremento sono emerse: ansia, paura del contagio, presenza di bambini in casa, interruzione dei movimenti e obbligo di distanziamento sociale. Dopo una prima analisi generale, la ricerca si è poi concentrata sull'effettivo impatto che il distanziamento sociale ha avuto su alcune specifiche categorie di persone, ovvero single, partner conviventi e partner non conviventi.
"La pandemia che ha colpito il nostro Paese ci ha costretto per motivi di sicurezza all'isolamento sociale. Questa condizione ha generato degli effetti psico - sessuali a breve e a lungo termine. Aumentatati i sentimenti di ansia, ossessività, compulsività per il contagio e effetti simil depressivi; si sono drasticamente ridotte le pratiche sessuali - compreso il petting - con i partner occasionali ma anche con il partner stabile - spiega la Sonia De Balzo, sessuologa specialista in psicologia clinica e dello sviluppo dell'Ospedale D. Cotugno di Napoli - In questo momento storico così particolare diventa di primaria importanza sollecitare l'opinione pubblica ad adottare un approccio consapevole su quanto ci accade intorno, al fine di promuovere un'opera di sensibilizzazione riguardo alla prevenzione del contagio del virus COVID-19 , e ancor di più, del virus dell'HIV e delle altre malattie a trasmissione sessuale".
In riferimento a questa categoria, nonostante in termini assoluti si tratti di quella maggiormente colpita dagli effetti del lockdown nella sfera sessuale, è comunque importante fare una distinzione tra i single che non hanno alcuna frequentazione e quelli che, invece, hanno un rapporto saltuario che non può però essere definito come relazione.
Infatti, mentre per i primi vi è stato un drastico crollo dell'attività sessuale, addirittura per il 98% degli intervistati, i secondi hanno lamentato qualche difficoltà in meno, con un calo dell'attività sessuale che ha toccato il 93%. Questi dati sono poi confermati dal confronto delle abitudini sessuali pre e durante la quarantena.
Nella fase di lockdown si sono infatti mantenute stabili le attività sessuali praticabili in autonomia, come la masturbazione (62% prima, 60% durante) e la visione di materiale pornografico (38% prima, 37% durante), mentre sono drasticamente crollate quelle che prevedono il contatto fisico e che invece svettavano nella fase pre-quarantena, tra queste: i baci (63% prima, 8% durante), il sesso vaginale (59% prima, 8% durante), il sesso orale (48% prima, 4% durante) e il sesso anale (21% prima, 4% durante).
Altri due dati significativi sono quelli relativi ai rapporti occasionali, crollati dal 34% al 3%, e all'utilizzo di app di incontri, scesi invece dal 21% pre-lockdown al 6% durante la quarantena. Un'altra categoria che ha subito un importante impatto nella sfera sessuale in questo periodo così delicato è quella dei partner non conviventi. Secondo quanto emerso dalla ricerca, infatti, ben il 95% degli intervistati ha dovuto rinunciare all'attività sessuale nel periodo della quarantena.