"Si torna in aula a settembre, ma non torneranno tutti gli studenti. Gli stranieri avranno difficoltà a frequentare in Italia e probabilmente ci saranno ancora limitazioni agli spostamenti anche per i fuori sede. In più, in alcune università ci possono essere alcuni problemi di affollamento, che non consentono a tutti di poter frequentare.
A settembre alcuni continueranno a seguire a distanza. A febbraio si potrà tornare alla normalità, con la presenza di tutti gli studenti". Lo ha detto Gaetano Manfredi, ministro dell'Università e della ricerca, intervenendo a 'Circo Massimo' su Radio Capital. "Chiaramente noi dobbiamo tornare in presenza ma bisogna fare i conti con questa pandemia", ha aggiunto.
Quanto al problema del digital divide, il ministro spiega: "Non riguarda solo l'università e rappresenta un grande limite per un paese moderno". La priorità "è la connessione a banda larga in tutto il Paese". Poi c'è l'aspetto della qualità della didattica a distanza: "Non è la stessa cosa della didattica in presenza ma può essere una modalità integrativa. Dobbiamo pensare a una visione più moderna della formazione. Non dobbiamo aver paura del cambiamento".
Sul tema della ricerca, Manfredi ha spiegato che "tra Milleproroghe e decreto Rilancio abbiamo già finanziato un piano importante con seimila posizioni di ricercatore che ci saranno tra quest'anno e il prossimo. Poi c'è un finanziamento da 550 milioni per un piano di ricerca nazionale e nell'ambito del Recovery Fund c'è uno spazio importante dedicato alla ricerca applicata. La pandemia rappresenta una grande transizione digitale e verde, e dobbiamo essere capaci di coglierla, per evitare danni economici oltre che sanitari".