Il personale della Giustizia denuncia "attacchi reiterati e inaccettabili" contro la categoria da parte di settori dell'avvocatura. In una lettera al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, l'associazione dei dipendenti giudiziari (Adgi), lamenta che ci siano stati incontri con l'avvocatura e con l'Anm, ma non con "quella componente del sistema giustizia" che "non trova mai riscontro".
"Il tutto" scrive l'associazione, "in un momento di particolare disagio legato non solo allo stato di emergenza sanitaria, ma al clima di elevata conflittualità scatenato da reiterati attacchi, inaccettabili nella forma quanto infondati nella sostanza, che varie associazioni di categoria degli avvocati stanno da settimane perpetrando nei confronti dei lavoratori giudiziari tacciati, a loro dire, di essere 'tenuti a casa senza fare niente' e additati quali principali responsabili della presunta paralisi della giustizia in Italia".
A titolo di esempio viene citata "l’assurda richiesta che il Consiglio dell’Ordine di Napoli ha inoltrato ai capi degli uffici giudiziari partenopei" perché vengano forniti "i dati relativi alle attività svolte dal personale amministrativo nelle modalità di lavoro agile e sugli applicativi resi disponibili dal Ministero della Giustizia per il lavoro da remoto”.
I dipendenti della giustizia lamentano la carenza di organico - "32.000 superstiti in servizio sui 43.000 previsti" - ma anche "le possibilità troppo limitate di accesso esterno ai sistemi informatici in uso negli uffici giudiziari" che comprimono le possibilità di lavoro in smart working.
"È indubbio che la giustizia italiana necessiti con urgenza di interventi appropriati e mirati al suo efficientamento, ma questo" scrive ancora l'associazione, "è compito del Ministro non dell’avvocatura".
"Il personale della giustizia, che non si è mai fermato durante l’emergenza Covid, è stanco di sentirsi dimenticato, di non vedere riconosciuti i sacrifici e i risultati che ha ottenuto durante questi mesi difficili e negli anni precedenti in cui ha assistito impotente al progressivo depauperamento degli uffici fra l’altro senza il meritato riconoscimento professionale dovuto e ha diritto di essere difeso dagli attacchi volgari di certa parte dell’Avvocatura".