Questa settimana sarà decisiva per la riapertura delle frontiere tra Italia e Austria. Nei prossimi giorni i ministri del governo del popolare Sebastian Kurz, come annunciato, dovrebbero pronunciarsi anche perché dovrebbero aver preso in considerazione "quando proposto da Bolzano", ovvero riaperture regionali. Il vocabolo è chiaro: 'Grenzkontrolle'. Con questa parola le guardie di confine 'salutano' i viaggiatori. Una parola forte, che i millennial hanno letto su qualche libro di storia, dal significato antico di un'Europa che fu, quella dei confini, dei lunghi controlli alle frontiere, dei muri, delle divisioni.
La pandemia di coronavirus ha costretto i Paesi a serrare velocemente i confini. Adesso, con i dati epidemiologici in discesa, i governi li stanno riaprendo: la libera circolazione delle persone vale tutto. L'Italia ha riaperto i suoi valichi, l'Austria anche ma quello meridionale con gli 'amici italiani' preferisce tenerlo chiuso. L'Austria ha un ruolo fondamentale di potenza tutrice, per l'autonomia di una terra contesa, l'Alto Adige.
Tutto chiuso al Brennero
Tra le montagne del Sudtirolo c'è un luogo simbolo, di unione ma anche di divisioni nel cuore dell'Ue, quella cerniera tra il Nord e il Sud del Vecchio Continente: il Brennero. Oggi, come da tre mesi, il dispositivo dei controlli da parte austriaca è in piena attività. Al Brennero tutto è chiuso, negozi, ristoranti, il grande centro commerciale outlet riapriranno a metà mese con la speranza che da Vienna arrivi la tanto attesa notizia della riapertura.
Non importa se inizialmente sarà a livello regionale (Tirolo-Alto Adige), è necessario rialzare le serrande. Da lunedì 22, di buon mattino, la compagnia di bandiera austriaca Austrian Airlines effettuerà il primo volo dopo il lockdown da Vienna a Milano Malpensa.
Racconto dalla frontiera
Superato il cippo in marmo bianco e la bandiera italiana troppo spesso obiettivo dei nostalgici della Heimat sudtirolese, oggi controllata da un fuoristrada dell'Esercito, si arriva nei pressi della più che mai viva frontiera austriaca. Uomini e donne della 'Polizei', col supporto dell'esercito, controllano chi entra dall'Italia. La vecchia casetta della dogana adesso è un negozio di abiti tradizionali, Dirndl e Lederhosen, quindi i controlli vengono effettuati sotto la struttura in metallo costruita alcuni anni fa quando, quel giorno mai arrivato, doveva essere il varco nella grande barriera anti-migranti minacciata da Vienna.
"Siamo qui per controllare tutti i veicoli che entrano in Austria - dice all'AGI un poliziotto austriaco -. Non sappiamo quando riapriranno le frontiere, noi siamo qui per controlli a campione ma quando la coda diventa troppo lunga per alcuni minuti lasciamo scorrere il traffico. Controlliamo i documenti, motivazioni di viaggio, chiediamo alle persone dove devono recarsi e per quale motivo. I cittadini tedeschi arrivano dalle seconde case in Italia e possono rientrare in Germania ma senza fermarsi sul territorio austriaco: questa è la normativa".
In direzione Sud, dall'Austria all'Italia, il traffico è pressoché nullo. Giovani con pesanti valigie attraversano la frontiera a piedi. Sono gli studenti che vanno e vengono da Innsbruck. "Sono altoatesina, studio a Innsbruck ma i treni austriaci ormai da mesi non arrivano più al Brennero e quindi siamo costretti a scendere fino a Steinach, poi prendiamo un bus o un taxi e ci facciamo portare al confine", dice una studentessa altoatesina. Insomma, al Brennero si è tornati indietro nel tempo.
I governatori spingono per la riapertura
I controlli terrestri e ferroviari furono aboliti tra l'autunno del 1997 e il 31 marzo dell'anno successivo. Adesso il cruccio della Grenze (confine) per questo territorio è nuovamente realtà. A spingere su Vienna sono i governatori dei Laender ma anche gli enti commerciali e turistici che confinano con l'Italia. Alto Adige e Trentino spingono attraverso il Tirolo, Veneto e Friuli Venezia Giulia fanno altrettanto coinvolgendo la Carinzia. Gli albergatori di Jesolo hanno anche scritto una lettera al presidente austriaco Alexander van der Bellen.
Il governatore carinziano Peter Kaiser, presidente dell'Euregio con Friuli Venezia Giulia e Veneto, si è detto favorevole ad una "riapertura prima del 15 giugno". Kaiser ha aggiunto che "tutti sono dell'opinione che almeno i confini delle regioni immediatamente adiacenti debbano essere aperti anche perche' l'Italia è il secondo partner commerciale dell'Austria nell'Ue e le macroregioni alpine sono terre di export".
Nei giorni scorsi sia il presidente altoatesino Arno Kompatscher che il trentino Maurizio Fugatti, hanno incontrato il console generale di Milano sperando di una accelerazione. In stretto contatto con Kurz è anche il governatore del Tirolo, Guenther Platter ma al Brennero, per il momento, di certo ci sono solo nuvole, pioggia e controlli.