“Ritornano i discorsi che si facevano 40 anni fa. Ciò non vuol dire che non sia stato fatto niente, ma di fronte alle minacce che ci troviamo ad affrontare quello che è stato fatto non è sufficiente”. Lo sostiene Luca Mercalli, il meteorologo della tv più famoso d’Italia, in un’intervista al Corriere della Sera nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale per l’Ambiente.
Al quotidiano che fa notare a Mercalli che nonostante l’enorme massa di dati a disposizione, e per altro tutti univoci, alcuni continuano a negare il riscaldamento climatico o che questo sia dovuto alle attività umane, il meteorologo risponde che quest’atteggiamento “solo in parte è un problema di cultura scientifica” perché “è più facile trovarsi un alibi, dare la colpa ad altri o negare l’evidenza”. Così come sul Covid-19, “sul clima – osserva Mercalli – c’è la stessa dinamica: è un problema anche antropologico” e chi avanza tesi negazioniste, “anche per interessi economici, trova sempre molte orecchie ad ascoltarlo”.
Tuttavia, osserva il Signor Previsioni del Tempo, l’impegno del mondo economico, “anche se per qualcuno si è trattato solo di una pennellata verde, è comunque un passo avanti”. Ad ogni modo, “serve però più coraggio nella transizione verso un’economia circolare che, sappiamo bene, ha bisogno dei suoi tempi” e “non si può avere tutto e subito ma ci devono essere tempi e prospettive precise” perché “tutti i temi sono legati gli uni agli altri: dal riscaldamento all’acidificazione degli oceani”, pertanto “è la vivibilità stessa del pianeta Terra, è l’esistenza dell’Homo sapiens a essere a repentaglio”.
Poi sul tempo che manca all’ora X del Pianeta, Mercalli avvisa: di tempo “non ne abbiamo più, possiamo solo moderare i danni”. Ad una condizione: “Se però agiamo subito e con decisione”, consiglia Mercalli.