A conclusione di una indagine condotta dalla Digos della Questura di Roma, la procura ha chiesto ed ottenuto dal gip un sequestro preventivo, con riferimento al reato di occupazione abusiva, dell'immobile sito in via Napoleone III, sede del movimento Casapound. Sono in corso le procedure per la notifica del provvedimento.
Lo stabile era stato occupato dai militanti dell'organizzazione neofascista nel 2003 e vi vivono anche alcune famiglie in emergenza abitativa. L'edificio appartiene all'Agenzia del Demanio ma è in consegna per uso governativo al Ministero dell’Istruzione dal 1963. La polemica sull'occupazione si è ripresentata ciclicamente senza che, finora, venissero adottate iniziative concrete.
Lo scontro con Virginia Raggi
Quando il 6 agosto 2019 il sindaco di Roma, Virginia Raggi, aveva ordinato la rimozione della scritta "Casapound" dalla facciata dell'edificio, gli stessi militanti avevano provveduto a toglierla, anticipando le forze dell'ordine. Al suo posto era stato affisso uno striscione con scritto "È questo il problema di Roma". Già allora Raggi aveva promesso che era solo l'inizio. "Finalmente qualcosa si muove. Ripristiniamo la legalità", è il commento della sindaca su Twitter.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata forse la dura contestazione ricevuta dalla Raggi lo scorso 18 maggio a Ostia da Luca Marsella, leader del movimento nell'area litoranea e consigliere municipale, alla quale è succeduta proprio oggi una querela della sindaca.
È stato ordinato oggi anche lo sgombero dell'immobile dell'Aeronautica militare occupato alcuni giorni fa ad Ostia da militanti di Casapound. Lo ha reso noto il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi, rispondendo in Commissione Difesa nel corso del question time, ad Alberto Pagani (Pd) e Luca Frusone (M5s).