“Come federazione stiamo spingendo affinché i ristoranti possano offrire l’opzione di consumo da asporto, oltre al delivery”. A dirlo all’AGI è Aldo Cursano, vicepresidente della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), l’associazione che raggruppa circa 300mila imprese attive nel settore della ristorazione e del turismo che complessivamente danno lavoro a circa un milione e duecentomila persone. “L’asporto è uno strumento che consente di tenere in vita maestranza e professionalità”, prosegue Cursano. “Perché in tutta Europa è consentito e a noi no? Quali sono i problemi dal punto di vista igienico, sanitario o di sicurezza?”, si chiede il numero due di Fipe. “Siamo professionisti della sicurezza - assicura Cursano - La salute dei clienti è sempre stata al centro dei nostri controlli. I nostri operatori sono formati, perciò tenere ferme queste competenze è per noi una ferita”.
Poi uno sguardo ai dati: “Il delivery, dal 4,5% pre-epidemia, è salito al 15% e sta ancora crescendo”, prosegue il vicepresidente di Fipe. “Crediamo che almeno un altro 15% del nostro comparto troverebbe sostenibile e adeguato l’asporto”
L’intervista completa è disponibile in questo longform, nel quale abbiamo raccolto le proposte per la riapertura di ristoranti, discoteche e stabilimenti balneari.