Mascherina d'ordinanza, guanti e un metro di distanza: una quarantina di commercianti di Codogno (Lodi) questa mattina sono scesi in piazza in silenzio per consegnare simbolicamente le chiavi delle loro attività nelle mani della giunta comunale. Un primo maggio di protesta, con il significato della manifestazione racchiusa nello slogan "il silenzio degli innocenti" stampigliato su decine di cartelli e appiccicati sulle vetrine di tutte le attività oramai chiuse da oltre 70 giorni. Così oggi commercianti, artigiani e titolari delle piccole imprese di Codogno hanno voluto protestare e esternare la rabbia per la mancata riapertura delle attività.
"Siamo stati i primi a chiudere e oggi non sappiamo più come pagare bollette e affitti", hanno ribadito in piazza. "Ci hanno fatto promesse fatte mai mantenute e aiuti non arrivati -hanno detto con rabbia consegnando le chiavi dei loro negozi al sindaco della prima zona rossa italiana -. Casse integrazioni ancora non pagate e dipendenti in difficoltà. Siamo senza incassi ormai da oltre due mesi e c'è chi per sopravvivere ha messo mano ai risparmi di una vita. Siamo più sicuri noi che seguiamo le regole di chi ha il permesso di andare a trovare i parenti e magari porta in giro il virus".
Intanto sulle vetrine della attività da questa mattina campeggiano dei manifesti delle Pompe Funebri con la scritta "Il silenzio degli innocenti". Al sindaco Francesco Passerini i commercianti hanno chiesto chiarezza. "Non possiamo vivere senza sicurezze - hanno concluso - il decreto del Governo ci ha delusi. Chiediamo almeno un salvagente che garantisca le aperture altrimenti tra un mese parleremo di una emergenza economica, con centinaia di disoccupati".