Lo scontro, durissimo, è giunto nel bel mezzo della battaglia degli emendamenti, che hanno visto, immancabilmente, i partiti andare all'assalto della diligenza e scambiarsi colpi a suon di stanziamenti di somme. "Lei si dovrebbe vergognare, deputato Sammartino. Io sto lasciando l'aula. Nel momento in cui ci si aspetta chiede chiarezza lei chiedi che si voti di nascosto. si vergogni lei e ci asseconda la sua richiesta. Io per protesta abbandono l'aula. Mi auguro che di lei e di quelli come lei si possa occupare ben altro palazzo".
E' esploso in questo modo nel corso della seduta dell'Assemblea regionale siciliana dedicata alla manovra anti-crisi il presidente della Regione, Nello Musumeci, di fronte alla richiesta di voto segreto sugli emendamenti alla manovra avanzata da Luca Sammartino, di Italia Viva, che intendeva spostare sullo sport somme destinate al turismo.
Il 'palazzo' a cui Musumeci ha alluso era quello di giustizia, con riferimento alle inchieste in cui Sammartino è coinvolto. L'aula è esplosa, in un clima già teso per il timore tra i contagi che serpeggiava tra i deputati, che facevano fatica a mantenere il distanziamento sociale tra loro ("Niente assembramenti, vi prego, un metro di distanza - urlava il presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè - voi due, per favore, allontanatevi!")
A scendere in campo per difendere quest'ultimo, dopo la levata di scudi da parte del gruppo parlamentare a cui Sammartino appartiene, è arrivato il capo del partito, Matteo Renzi. "Una gravissima intimidazioni nei confronti di un parlamentare di opposizione che offende le istituzioni e riporta a tempi bui del passato. Musumeci si scusi ma freni anche la sua deriva dittatoriale. Massima solidarieta' , la mia personale e quella di Italia Viva, a Luca Sammartino, insultato e minacciato in un luogo che dovrebbe essere di democrazia e dibattito politico", ha scritto in una nota l'ex presidente del Consiglio.
E sullo stesso tono, anche gli altri gruppi dell'opposizione alla giunta Musumeci: il presidente della Regione, hanno affermato, ha avuto "un comportamento irricevibile e incompatibile con l'alta responsabilita' della funzione che ricopre". Il governatore, dal canto suo, non ha fatto marcia indietro, neanche sulla frasi giustizialiste: "Giudico eticamente vergognoso che un deputato possa chiedere il voto segreto durante l'esame di questa legge finanziaria, al posto di offrire ai siciliani chiarezza e trasparenza del proprio voto", ha detto trovando dietro di sè una maggioranza compatta:"La richiesta - affermano in una nota i capigruppo - di votare con voto segreto sui soldi dei siciliani, soprattutto in tale contesto emergenziale e' inaccettabile anche perche' di questa finanziaria sono state protagoniste le opposizioni in commissione bilanci".
Infine, a cogliere la palla al balzo è stato Cateno de Luca, il sindaco di Messina, aspirante competitor alla guida della regione. "Esprimo la mia personale solidarieta' nei confronti di Luca Sammartino e condanno le parole del presidente Nello Musumeci - afferma il sindaco di Messina - ricordandogli che il ventennio e' passato da un pezzo. Con il suo modo di agire conferma sempre piu' di essere inadeguato a governare la Sicilia".