Le mascherine anti coronavirus hanno giocato un brutto scherzo all'ex presidente della Camera Irene Pivetti, indagata per frode da tre Procure, quelle di Siracusa, Savona e Roma. "È tutto regolare", si difende lei, e punta l'indice contro l'Inail. "La sua società importava le mascherine dalla Cina", ha spiegato il procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, che ha coordinato l'inchiesta 'Bad Mask' della Guardia di finanza della città siciliana, culminata con il sequestro di 9 mila mascherine e in grado di alzare il velo su un traffico di protezioni FFP2 tra l'Italia, la Sicilia e la Cina.
Le perquisizioni sono scattate nelle province di Milano, Roma, Bologna, Ravenna, Forlì, Siracusa, Caltanissetta, Catania e Ragusa. Le indagini erano nate dopo una segnalazione delle Fiamme gialle del capoluogo emiliano che, dopo aver scovato delle protezioni irregolari, sono risaliti ad una società di distribuzione di Lentini, in Sicilia.
Questa, a sua volta, si sarebbe rivolta ad un'azienda che importava la merce dalla Cina ma secondo la ricostruzione della Finanza sarebbe stato alterato il certificato di idoneita'. È stato disposto il blocco dei conti della società Only Italia Logistics. Le accuse ipotizzate sono quelle di frode in commercio, falso documentale e violazione dei dazi doganali. A quanto si apprende, l'indagine della Procura di Savona era partita dal sequestro, da parte della Guardia di Finanza, di una fornitura di mascherine all'aeroporto di Malpensa.
Le mascherine sono in tutto 9.000. Secondo la ricostruzione dei pm e della Guardia di finanza, quei dispositivi non sarebbero conformi ai requisiti essenziali di sicurezza. "Questa inchiesta darà l'opportunità – dice all'AGI Pivetti - di svelare come sono andate le cose. Abbiamo avviato questa attività, servendo ospedali e strutture che avevano bisogno di mascherine e materiale sanitario. Non è vero che manca la certificazione; manca la validazione da parte dell'Inail, ma questo non toglie che siano perfettamente regolari".
"La Protezione civile ha emesso un'ordinanza - spiega Pivetti - recepita nel decreto Legge del 2 marzo e poi trasformata in legge che stabilisce come sia legittimo vendere, distribuire ed utilizzare dispositivi analoghi al FFP2. E con delibera del Comitato tecnico scientifico si è stabilito che sono analoghi al FFP2 le mascherine KN95, quelle da noi importate dalla Cina, e N95. Successivamente, nel Cura Italia si è deciso di prevede la validazione dell'Inail delle mascherine ad uso Dpi".
Pivetti parla di un problema di interpretazione delle norme che ha creato confusione: "La Protezione civile ha definito le KN95 e N95 analoghe alle mascherine FFP2, ma si è creata tanta confusione di carattere interpretativo, per cui questa inchiesta dà l'occasione di spiegare come stanno le cose, cioè che le mascherine sono a posto. Non è in discussione la qualità della mascherina o la contraffazione. In merito alla validazione dell'Inail, va aggiunto che fino a ora si è espressa positivamente sul meno del 4 per cento delle domande che le sono state rivolte. Allora, va fatta una riflessione...".